sabato 28 giugno 2008

Secondo semestre 2008: scoppio delle bolle speculative

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Di fronte alla quasi certezza che il disastro si materializzi , pare non si riesca a mettere a fuoco le possibili strategie, o più semplicemente le scelte, che consentano di smorzare il colpo.
Gli analisti di Europe 2020, anche nel bollettino del 15 maggio u.s., forniscono a pagamento (200 € di abbonamento annuale) le loro “raccomandazioni strategiche ed operative per prepararsi allo choc di inizio estate 2008”: forse varrebbe la pena di andare a vedere cosa dicono ma io personalmente non l’ho ancora fatto (e dire che di soldi se ne buttano anche per meno…).

Si potrebbe tentare una graduatoria di livello di rischio, da affinare al meglio, ibrida, ossia funzione di tutte le possibili variabili eterogenee (o parametri che dir si voglia) che la possono influenzare:
1) Rischio derivati: diretto e totale per chi li detiene, indiretto e minore (di quanto?) per chi ha l’investimento “sicuro” in banca, alla Posta, in immobili o altro ancora);
2) Rischio Paese: qui l’Italia è messa malissimo, da cui elevato rischio anche per BOT, CCT, Buoni Fruttiferi, ecc. Nel ’29 l’impatto della crisi economica, è stato meno “avvertito” nei paesi economicamente più arretrati; oggi, con la globalizzazione e con l’impennata mondiale del costo dei prodotti agricoli, essenzialmente dovuta alla speculazione sugli stessi e sul petrolio, pare non sia la stessa cosa…
3) Rischio banca di riferimento per ciascuno: qui pare non si salvino nemmeno gli svizzeri (vedi UBS, già sull’orlo del collasso, con salvataggio da parte dei fondi sovrani);
4) Rischio effetto domino, vista l’interdipendenza tra gli istituti finanziari di tutto il mondo;
5) Rischio cartamoneta, dollaro o euro che sia;
6) Rischio immobili, in relazione alla implosione della bolla;
7) Rischio “coldiretti”: chi coltiva la terra, già ora, non riesce a vendere a prezzo remunerativo quel che produce (vedi latte, ma vale un po’ per tutto). Avrebbe un senso produrre solo quello che uno consuma, ma quando mai riuscirebbe a farsi autonomamente tutto (dalla farina allo zucchero passando per la carne, gli ortaggi e la frutta tutto l’anno, il latte e quant’altro serve per una decente alimentazione?); per non parlare delle orde di predoni che si potrebbero scatenare se le generali condizioni di vita dovessero degenerare…;
8) Rischio … chi più ne ha più ne metta….

Alla fine, bene o male, una graduatoria ibrida e strampalata magari affinabile, salterebbe fuori, alla quale riferirsi per una scelta, un minimo razionale e ponderata, su dove e come investire quello che uno ha per non perdere tutto … Mah!!! Qui mi fermo perché è dura andare oltre e, forse, non c’è manco più il tempo.

(Riflessioni dell'8 giugno 2008)

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