domenica 29 novembre 2009

Google.com in English

Non sono particolarmente attento alle novità. Forse era presente da tempo. Ma io l'ho notata solo oggi. Mi riferisco all'opzione Google.com in English, presente sulla homepage in italiano http://www.google.it/.
Ne ho sperimentato la funzionalità oggi stesso, alla ricerca di News economiche su Dubai (mio post precedente). Google.com pubblica le News, a cura delle testate e agenzie internazionali online, in anticipo rispetto a Google.it (che riporta le News di testate e agenzie giornalistiche in lingua italiana)...
Ormai le notizie corrono su internet in tempo reale, in contemporanea per tutti, senza particolari barriere...
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Dubai World

Un altro "giocattolo" si è rotto...




















Vedremo cosa riesce a combinare la Banca Centrale degli Emirati Arabi Uniti (con i "garanti" dell'ordine finanziario globale) nei prossimi giorni:
http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/8385164.stm
http://www.nytimes.com/2009/11/30/business/global/30dubai.html

Qualche previsione si può comunque fare.
Sul fronte finanziario si cercherà di mettere l'ennesima pezza...
Ma, sul fronte della real-economia, i danni sono pressoché certi e irreversibili:
> ulteriore crollo del mercato immobiliare e fuga degli investitori;
> blocco dei cantieri;
> crollo dell'export verso quell'area, ovviamente in primis l'export legato all'industria delle costruzioni (anche le imprese italiane ne patiranno i pesanti effetti).
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P.S. (30 novembre 2009) Gli articoli corrispondenti ai link sopra riportati hanno subìto aggiornamenti, nei titoli e nel testo, successivamente alla stesura di questo post.

giovedì 26 novembre 2009

Portovesme / Porto Cervo

Disoccupazione / Opulenza











Tutto sulla stessa isola, ma a discapito dei sardi.
La Sardegna è un dipolo: cariche di segno opposto...
Ma quanto può reggere?

Istantanee della manifestazione dei dipendenti Alcoa a Roma del 26 novembre, tratte dai siti:
http://www.diariodelweb.it/Articolo/?d=20091126&id=115033
http://foto.ilsole24ore.com/SoleOnLine4/Italia/2009/alcoa-scontri/alcoa-scontri_fotogallery.php
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Afghanistan: il costo di una guerra interminabile

(English version not available at the moment)

Basta il costo incalcolabile in vite umane per rendere banale un qualunque bilancio di tipo economico.
Ciò nonostante, in termini puramente pecuniari, la guerra in Afghanistan costa oggi agli italiani non meno di 550 milioni di Euro all'anno (1.500.000 € al giorno). Un bel tarlo nei conti pubblici, già cronicamente disastrati e ora aggravati dalla crisi economica. Tassello di una lunga serie che sta portando il deficit pubblico sempre più fuori controllo...
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Negli USA peggio:
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mercoledì 25 novembre 2009

Oro pro, oro contro




E’ l’ora delle commodities, degli hard assets o che dir si voglia, ORO in testa.
I più lo esaltano come l’investimento del momento. Ma non manca qualche bastian contrario…

http://www.marketwatch.com/story/new-gold-bugs-taking-gold-mainstream-2009-11-23

Gli autori dell’articolo e i personaggi che citano ne dicono quasi tutti un gran bene, e il grosso dei lettori si uniforma… Ma, tra questi ultimi, c’è tale AmericanPatroit che, noncurante di viaggiare controcorrente e di tutti i voti negativi che gli vengono appioppati, ha continuato imperterrito ad esporre le sue ragioni per tutto il periodo che l’articolo è stato oggetto di commenti. A dire il vero, ho avuto l’impressione che il “pollice verso” dei lettori andasse calando di numero strada facendo…
Troppo banale accodarsi ai più. Per cui, con mezz’ora d’impegno, ho copiato su foglio Word i suoi post più significativi: ne viene fuori una sequenza di concetti di tutto rispetto (anche se magari ripetuti più di una volta). Il personaggio è tutt’altro che uno sprovveduto, anzi dimostra notevole preparazione (e determinazione). Difficile però dire, almeno per me, se è dalla parte della ragione o del torto.
Siccome non vorrei essere scorretto nei suoi confronti e nei confronti di Marketwatch ometto di inserire in questo mio post il testo che ho assemblato, operazione peraltro facilmente ripetibile da ciascuno.
Riporto solo qualche passo tra i più significativi dei suoi interventi:
- Gold plunged massively from January 1980 when it hit a high of $850 and then it plunged all the way down over the next 22 years to $250 per ounce in 2001;
- Gold is a volatile and dangerous commodity and can burn speculators very badly as we have clearly seen in the past;
- Jewellery demand has fallen by a third from levels a year earlier, with India – traditionally the largest consumer of gold – Russia and Turkey showing declines of between 42% and 55%;
- Current demand for gold is coming almost completely from speculators in the futures markets at this stage and we all know what happened to the price of oil when that same situation occurred in 2008: the price of oil soared to $147 and then collapsed in a mere few months to $34 per barrel when there were no more greater fools to take over the contracts;
- It is just another metal out of many metals and the current very low demand situation for gold practically guarantees a major fall in its price very soon;
- We are still not at the end of the artificial commodities and equities bubble that has been blown with loose money policies, however, which is why we are seeing the current prices in commodities and equities. Once those bubbles deflate most others should also deflate and governments will have to start cutting costs as the entire economy deflates;
- Gold is much more likely to come back to $800 to $850 an ounce by the end of this year and then head lower in 2010. An increase number of analysts are of this opinion along with myself and it is very clear after the report from the World Gold Council this weekend that demand for gold has plunged worldwide compared to last year;
- The transfer of the 200 tonnes from the IMF to the Central Bank of India had no net effect whatsoever on central bank reserve holdings and absolutely zero effect on the gold market. All it did was move that exact amount from IMF books to Central Bank of India books with the end result being that the total global central bank holdings of gold were absolutely unchanged. Why would you think that would have any significant whatsoever? It's not as if that 200 tonnes was taken out of actual current global supply in the gold markets, which would have a marginal affect on the amount of gold currently available. This transfer had no such affect at all. This was a pure zero-sum transfer;
- The Federal Reserve couldn't care less what the price of gold is at all. It's not a significant asset class of any sort and it has no affect whatsoever on the big picture economy, although the preposterously high prices of gold are causing significant damage to sales in the jewelry industry where demand has plunged;
- It is just amazing how people never learn the lessons of history. Gold took 29 years to recover to its level of $850 where it was in January 1980 and silver never came anywhere near its 1980 high;
- Very little US currency in circulation today is paper at all. Money today is electronic. Only around $800 billion even exists in paper US currency, compared to around $12 trillion of currency held electronically. Most all transactions today are electronic and have nothing to do with paper and that is the way it will continue to be for the foreseeable future. That's also one of the reasons why gold has absolutely no currency role to play whatsoever in today's modern electronic currency economy.
Tralascio la Tulip Mania che richiama per fare un parallelo con quella che lui definisce la Gold Mania, così come altri suoi post
Nessun commento da parte mia. La fine di quest’anno è vicina così come il 2010. Vedremo se ha ragione o meno...
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Aggiornamento del 26 aprile 2010:
La previsione di AmericanPatriot, di un ribasso dell'oro a 850 $/oncia, non pare affatto sul punto di avverarsi...
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lunedì 23 novembre 2009

Strauss-Kahn

Allarme Fmi: disoccupazione ai massimi
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"... E' difficile sostenere che la crisi è passata quando la disoccupazione è ai massimi storici, e continua a salire" dice il capo in testa del Fondo Monetario Internazionale.
Se l'è data anche il Kahn...
... che non è igienico continuare a negare quello che è sotto gli occhi di tutti.

sabato 21 novembre 2009

ALCOA Portovesme - FIAT Termini Imerese

Duri segnali di crisi
C'è qualcuno che dà una mano?
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Portovesme, 19 novembre 2009
La reazione dei lavoratori Alcoa alla minaccia di chiusura dello stabilimento
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Termini Imerese, 19 novembre 2009
Il ministro Scajola: fiato sul collo da parte dei lavoratori FIAT e indotto, dei quali ha appena attraversato a forza la calca sulla piazza del municipio.
Nella foto, qualcuno che "dà una mano" c'è, ma non si capisce bene chi sia, come e a chi la voglia dare...
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giovedì 19 novembre 2009

ITALIA: la produzione di acciaio crolla del 39%


La produzione di acciaio in Italia, nei primi 10 mesi del 2009, è crollata del 39% rispetto allo stesso periodo del 2008, a causa della crisi economica.
Né l'ultimo bimestre dell'anno sarà migliore, visto che il crollo sui 12 mesi è atteso al 45% rispetto al 2008.
http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE5AI0HD20091119

Se i nostri politici avessero tanto buon senso e senso del dovere quanto basta per riconoscere la portata, il significato e le conseguenze di queste percentuali, non dormirebbero la notte...

USA: nuovo record di insolvenze e pignoramenti immobiliari


19 novembre 2009
I pignoramenti immobiliari e le inadempienze sui versamenti delle rate dei mutui raggiungono un nuovo record negli USA, a causa dei 5,5 milioni di posti di lavoro persi nell'ultimo anno:
"Le rate dei mutui sono pagate con gli stipendi, non con gli aumenti percentuali del PIL" dice Jay Brinkmann, Capo Economista della Mortgage Bankers Association.
Commento più votato (by daveward) : "...Brinkmann non sarà invitato dai Geithners al banchetto di Natale"
(Timothy Geithner, attuale Segretario al Tesoro)
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lunedì 16 novembre 2009

Beograd, Srbija / Belgrado, Serbia

Capitale Europea
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Beograd, letteralmente Città Bianca, alla confluenza tra la Sava e il Danubio...
Bella ed estroversa in tutti i suoi aspetti, ragazze stupende.
Più europea di molte altre importanti città occidentali. I suoi abitanti hanno saputo reagire anche ai bombardamenti NATO del ’99 (noi in prima fila con la base di Aviano).










Anche i suoi Politici si muovono a tutto campo. Lo hanno dimostrato nei giorni scorsi: si fanno in quattro per reagire alla crisi economica. Cercano intese e le trovano. FIAT è in procinto di espandersi a Kragujevac, con un nuovo stabilimento.
Se la Serbia entra nella UE, avrà il suo ruolo, strategico, di ponte con i Paesi dell’Est, baricentrico tra l’Occidente e la Russia…

La crisi degli "ottimisti"

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Chi ostenta (falso) ottimismo riguardo alla crisi? In primo luogo gli artefici o complici del disastro finanziario ed economico, i quali danno del catastrofista a chi cerca di capire a fondo e raccontare la realtà degli accadimenti e tenta di prevederne l'evoluzione...
Ecco allora che i (falsi) ottimisti assumono le sembianze dei "salvatori della patria e del mondo" e fanno apparire gli altri come jettatori, unici colpevoli di ogni sventura.
Il trasformismo non è ancora in crisi irreversibile...


domenica 15 novembre 2009

LEAP/Europe 2020: GlobalEurope Anticipation Bulletin N° 39

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http://www.leap2020.eu/GEAB-N-39-Sommaire_a3987.html
http://www.leap2020.eu/GEAB-N-39-est-disponible!-Crise-systemique-globale-Les-Etats-face-aux-trois-options-brutales-de-2010-Inflation,-forte_a3986.html

Le previsioni degli Analisti di Europe 2020 smentiscono, ancora una volta, le rosee previsioni dei “portavoce” delle istituzioni nazionali e sovranazionali sull’evoluzione della crisi.
In questo numero del bollettino, come in quelli precedenti, l’Italia non è menzionata. Ma, per analogia e deduzione, si può facilmente comprendere quello che può valere anche per il BelPaese .
Gli Analisti introducono le tre «options terribles», al vaglio degli Stati in crisi nel corso del 2010:
- Aumentare la pressione fiscale;
- L’inflazione;
- La cessazione dei pagamenti.
Ma queste tre opzioni sono intese come gli “strumenti” finalizzati a “contrastare” la crescita incontrollata del debito pubblico. Da questo punto di vista, com'è messa l'Italia rispetto agli Stati considerati più a rischio e menzionati nel Bollettino?
Gli Stati citati sono: gli USA, il Regno Unito, l’Irlanda, l’Argentina, la Lettonia, la Spagna, la Turchia, Dubai(?) e il Giappone.
Inserita l’Italia in graduatoria, ciascuno tragga le conclusioni del caso.
Sulle 3 opzioni di cui sopra si aprono altrettanti scenari assai inquetanti.
La cessazione dei pagamenti, ad esempio, si presta a numerose ipotesi ed interpretazioni: anche la recente battuta di Tremonti "Mai tagli alle pensioni..." può entrare a pieno titolo nel tema...
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26 novembre 2009: Dubai? Sì, senza più ombra di dubbio!
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giovedì 12 novembre 2009

Luce, gas, telefono: come ti cambio il gestore

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Succede a migliaia di utenti, ultimamente: basta una parola di troppo, detta al telefono, che l’ignaro cittadino, senza nulla aver deciso né tanto meno sottoscritto, si ritrova ad aver disdetto il contratto con il vecchio gestore e ad averne stipulato uno nuovo con un altro gestore, in un sol colpo.
Tutti i gestori si sono velocemente adeguati all’allegro e sbrigativo approccio ammesso dalle norme sulla concorrenza, fin troppo permissive, almeno per quest'aspetto. Talmente permissive, che al cittadino viene troppo spesso fatto fare quello che non ha nemmeno intenzione né pensato di fare. Nient'affatto allegro, almeno per lui.
E’ la giungla dei servizi, forse meglio dire dei disservizi.
Schiere di venditori, pagati in base ai nuovi contratti che riescono a stipulare non importa con quali sotterfugi, battono a tappeto le piazze, le vie, i condomìni d’Italia, per conto di questo o quel gestore.. Solo un “Non m’interessa” detto con determinazione li ferma, altrimenti hanno buona probabilità di spuntarla, a modo loro. Pensiamo per un attimo a quello che può capitare alle persone colte impreparate o distratte, specie a quelle di una certa età...
Tutti, utenti e venditori, macinati nel perverso ingranaggio. I gestori a contendersi le lacere membra...
C'è poi il rovescio della medaglia: se uno decide di cambiare gestore perchè insoddisfatto o semplicemente di interloquire con lo stesso per farsi le sacrosante ragioni, metta in conto di sudare sette camicie o, peggio, di fare la fine del cane che si morde la coda...
Se così si manifesta la tanto sospirata concorrenza che dovrebbe mettere in buona luce i gestori più onesti e favorire economicamente gli utenti, siamo su una gran brutta china.
Non credo di essere fuori tema: anche questi accadimenti sono un segno della crisi che dilaga…
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mercoledì 11 novembre 2009

Pensioni, Tremonti: “Finché ci sarò io, mai tagli”

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Il sasso è lanciato nella palude delle pensioni e, apparentemente, lascia il tempo che trova…
Ma altri ne seguiranno in un reality a puntate…
Una questione rilevante potrebbe essere quella di non irritare e “impoverire” quelli della casta e i boiardi in pensione o prossimi ad esserlo…
Io un’idea l’avrei: introdurre un criterio di taglio inversamente proporzionale all’entità del vitalizio: una piccola aliquota di taglio per le grosse pensioni e una grossa aliquota per le piccole pensioni. La via del risanamento del debito pubblico sarebbe tracciata, con un minimale sacrificio per i pensionati “di rispetto”.
Nessuno pensi al criterio opposto: è risaputo, le pensioni importanti sono una piccola percentuale del totale, per cui il criterio non inciderebbe in modo significativo sul risanamento del debito…
E il buon esempio? Scordiamoci anche questo: i buoni esempi dall’alto non sono di moda, forse non lo sono mai stati…
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lunedì 9 novembre 2009

Esportiamo quello che produciamo...

Anche in politica, purtroppo…
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Il problema, visto da un’altra angolazione, si potrebbe così sintetizzare: la crisi politica va “a braccetto” con la crisi finanziaria ed economica, un po’ come il Gatto e la Volpe nella favola di Pinocchio
Sennonché la politica, qui da noi, è in crisi da 50 anni o più… E la esportiamo pure!
Con la mente corro a ritroso, alla fine degli anni ’70, quando Prodi era già presidente dell’IRI, molto prima che fosse prestato all’Europa, con Camillo Crociani suo luogotenente ai vertici di Finmeccanica… Ricordo bene quei tempi (lavoravo in Ansaldo Meccanico Nucleare).
Da allora, che cosa è cambiato?
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P.S. Ogni ipotetico riferimento alla candidatura D'Alema a "ministro degli esteri UE" è puramente casuale (si fa per dire). Beppe Grillo ne parla nel suo blog http://www.beppegrillo.it/ (post dal titolo D'Alema mail bombing del 18 novembre 2009) tessendo l'elogio del personaggio e ricordandone i principali meriti... Esorta ciascuno a darsi una mossa, mandando un segnale via e-mail a Barroso e giornali (i "chiodi ribattuti" sono ovviamente sollevati dall'incombenza). Pomeriggio del 19 novembre 2009: tramonta definitivamente l'ipotesi D'Alema.
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Per le accoppiate Gatto-Volpe, poi, basta attingere dalla real-politica, di ieri e di oggi. Solo Pinocchio non cambia...
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giovedì 5 novembre 2009

“La ripresa c’è”, dicono i rappresentanti della casta…

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Maestri venerabili, politici che contano, banchieri d’alto rango, blasonati economisti, finanzieri di spicco e stuoli di loro portaborse, taluni imprenditori DOP, si affannano a ripetere ogni giorno, ogni ora, a turno o in coro, che “il peggio della crisi è passato e c’è la ripresa”.
Il peggio della crisi, purtroppo, non è passato e la ripresa la “vedono” solo loro. Sicuramente non la vedranno, chissà per quanto, tutti quelli che hanno perso o perderanno il posto di lavoro, gli imprenditori costretti a chiudere e una miriade di famiglie in crescente difficoltà economica. Ma questo mondo in crisi dilagante, fatto di gente “di basso rango”, a loro non interessa granché. I loro interessi sono ben altri: salvaguardare se stessi, le loro rendite di posizione, i loro stratosferici emolumenti e i loro intrallazzi …Effettivamente per loro la crisi non c’è... Negando la realtà e facendo credere il contrario, forti della loro visibilità sui media, tengono a freno il malessere serpeggiante (finché il raggiro riesce) e fanno ingoiare i bocconi amari della crisi un poco alla volta, con lo zuccherino delle loro suadenti e confortanti esternazioni.
Nella povertà si sprofonda, passo dopo passo, quasi senza esserne consapevoli. Grazie a loro.
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(Link aggiunto il 13 novembre 2009)
Notare la contraddizione tra il titolo e il sottotitolo così come nel breve testo dell'articolo, tra l'ultima affermazione e quelle che precedono.
La situazione economica sta migliorando? Ma per chi?
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lunedì 2 novembre 2009

Fabbisogno statale fuori controllo

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Nei primi 10 mesi del corrente anno, il fabbisogno statale è schizzato a 83400 milioni di Euro, rispetto ai 52685 milioni di Euro dei primi 10 mesi dello scorso 2008, con un aumento secco del 58%. L’assalto dei predoni alla diligenza, ormai ridotta ad un ammasso di debiti, lascia il segno…
Notare come viene data la notizia dalle più autorevoli agenzie, “fuorviate” da un distorto comunicato stampa ministeriale (diffuso nella serata di oggi, lunedi 2 novembre):
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FDIC: Failed Bank List - Update: 2 November 2009

Segnali di ripresa americana?
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Twenty-three more banks were closed and added to the list over the latest 45 days:

  • seven from September 18th to October 16th, in Kentucky, Indiana, Georgia, Colorado, Minnesota, Michigan and California;
  • seven on Friday 23rd October, in Illinois, Minnesota, Wisconsin, Florida and Georgia;
  • nine on Friday 30th October, in Texas, Illinois, California and Arizona.

On 2nd November 2009, the total number of failed banks since the beginning of 2009 is 115.

Furthermore CIT Group Inc., a major lender to small and midsize businesses across the U.S., became the latest victim of the financial crisis on last Sunday (1st November 2009), filing one of the largest Chapter 11 bankruptcies in U.S. history. The Treasury Department invested (and lost) $ 2.3 billion in December 2008, to bail the company out with no result... Click the following links for more details:

http://www.marketwatch.com/story/citto-file-for-bankruptcy-after-rescues-fail-2009-11-01

http://www.marketwatch.com/story/cit-files-for-bankruptcy-protection-2009-11-02

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Ben 115 banche dichiarate fallite e chiuse dal 1° gennaio di quest’anno ad oggi (2 novembre) dall’Agenzia Federale FDIC, di cui 23 solo nell’ultimo mese e mezzo.
Non bastasse, il Gruppo Finanziario CIT in bancarotta “pilotata” (Chapter 11 della legge Fallimentare USA) dal 1° novembre: forse il 4° fallimento per dimensione, dopo Lehman Brothers, non da meno di Enron e GM … Ben 2,3 miliardi di $ versati dal Dipartimento del Tesoro (soldi pubblici) nelle casse del Gruppo, lo scorso dicembre 2008, in un vano tentativo di salvataggio, praticamente buttati in un buco nero... Poco in confronto agli oltre 100 miliardi di $ versati ad altri gruppi finanziari (AIG, Citigroup, Bank of America), “troppo grandi per essere lasciati fallire”… (Marketwatch, link sopra indicati)

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