giovedì 14 luglio 2011

Crisi, manovra finanziaria e malafede


C'è una domanda che da tempo ricorre negli ambienti finanziari e non solo: "Possono gli stessi soggetti che hanno provocato la crisi finanziaria (e a ruota quella economica) porvi rimedio definitivo, oltre alle solite pezze e tamponamenti (che semplicemente ne rinviano nel tempo gli effetti esplosivi aggravandoli)?" La risposta è schiacciante, drastica e senza appello: "NO, non possono".
Il quesito ha preso a diffondersi negli USA (che sono nell'anticamera del default) e non da ieri, ma ha validità globale...

Adattata quanto basta, la domanda vale anche per l'Italia: "Possono gli stessi politici e faccendieri artefici del disastro italiano, porvi ora reale rimedio con le loro 'manovre' e 'manipolazioni'?" La risposta è, anche qui, univoca e disarmante: "NO, non possono."
Qualcuno sbandiera anche la prova del nove, la dimostrazione del perché questa classe di politici e faccendieri corrotti non può salvare il Paese, la prova della loro mala fede.
La prova del nove sta nel fatto che non hanno tagliato i loro vergognosi emolumenti e privilegi, né le pensioni d'oro dei loro predecessori, né soppresso il tanto diffuso quanto fraudolento cumulo di cariche e compensi derivanti dalla passiva (quando non dolosa e dannosa) occupazione simultanea di più ruoli istituzionali e di vertice in società pubbliche, né tagliato i finanziamenti pubblici ai loro partiti e ai loro fallimentari giornali...
Un taglio che avrebbe dovuto essere drastico e immediato, non un taglio sugli aumenti a venire o del 5 o 10% a partire dalla prossima legislatura... Un taglio pesante per tutti quei vergognosi furti legalizzati ad opera della casta e classi contigue e collegate.
Ma siccome termini come 'vergognosi' sono troppo qualitativi e soggettivi, un taglio da quantificare magari con una formula matematica correttiva, certi del fatto che la matematica non è un'opinione. Un taglio da introdurre mediante decreto d'urgenza, sulla falsa riga di quelli che l'attuale governo sa sfornare a ripetizione ( in questi casi nell'interesse personale di quel 'qualcuno', com'è a tutti ben noto).
Non sarebbe sufficiente una riduzione al livello dei loro pari europei: si imporrebbe una riduzione proporzionata alla generalità degli stipendi in Italia (che, come noto, sono tra i più bassi dell'UE) e alla loro produttività, pur coscienti che, con un tale criterio, molti di loro rischierebbero di crepare di stenti (salvo disporre di tangenti o fondi neri)... Porte aperte, poi, a chi di loro non gradisse il nuovo e più ragionevole trattamento economico...
Un bell'esempio dall'alto, insomma. Di quelli che mai e poi mai sono stati dati a tutt'oggi e che la gravità della situazione, più che mai, imporrebbe...
Ma tutto questo bel ragionare, calato nella realtà, è pura fantasia...

La realtà sta nella manovra finanziaria di cui oggi tanto si parla.
"Un miracolo" ha definito la sua rapida approvazione in Parlamento il 'compagno' presidente e venerato maestro (*). "Il paese ha motivo di essere grato al Parlamento per l'impegno e la determinazione con cui ha proceduto in tempi brevissimi all'esame e alla votazione del decreto legge comprendente massicci interventi per la stabilizzazione finanziaria. Si e' trattato di una prova straordinaria di consapevolezza e di coesione nazionale che rafforza la fiducia nell'Italia delle istituzioni europee e dei mercati'' ha poi dichiarato in una nota.
Lui tanto non paga o, nell'ipotesi per lui peggiore, pagherà qualche spicciolo...

Una manovra destabilizzante che avrà soltanto due effetti dirompenti certi, uno interno al Paese e l'altro più 'esterno' ed 'esteso', peraltro tra loro interagenti:
1°) scatenerà un crescendo di collera dal basso, nelle moltitudini di cittadini;
2°) continuerà a provocare la reazione negativa dei mercati (quanto più il mondo della finanza globale prenderà coscienza del grado di 'serietà' e 'rettitudine' dei proponenti e i fuochi di paglia con bluff e fumogeni che gli stessi sanno imbastire rispetto alla gravità della situazione).

Si noti che la reazione e la tendenza di fondo dei mercati è una cosa diversa (e indipendente) dalla dichiarazione del momento, magari accomodante, di questo o quel soggetto o istituzione d'oltralpe o nostrana, per autorevole che suoni. Dichiarazione che può avere sì qualche effetto nell'immediato, effetto spesso 'pilotato', ma che risulta ininfluente e finisce nel dimenticatoio dopo qualche giorno soltanto...

Suggestione 'Grecia', qualcuno dirà...

Post precedenti su questo tema:

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(*) Il pensiero corre alla 'teoria' di Edmondo Berselli (http://it.wikipedia.org/wiki/Edmondo_Berselli; http://lanostrastoria.corriere.it/2010/04/addio-a-edmondo-berselli-ironi.html), descritta nel suo trattatello 'Venerati maestri', quindi niente a che vedere con le logge massoniche, almeno si spera.

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