domenica 28 dicembre 2014

Tragedia del Traghetto 'Norman Atlantic': Nuova Infamia Italiana


Domenica 28 dicembre 2014, ore 20

Quasi trecento persone sono ancora intrappolate a bordo del traghetto battente bandiera italiana, a patire l'assideramento sui ponti esterni della nave in preda ad un devastante incendio, intossicati dai fumi, piedi a contatto con le lamiere arroventate dei ponti, con la prospettiva di morire bruciate vive o l'alternativa di gettarsi nei marosi in piena notte in condizioni termiche glaciali pur di sottrarsi al fuoco...
Immeritate condanne da Inferno dantesco...
Tutto questo sta accadendo nel braccio di mare tra l'Italia e l'Albania, non in pieno Oceano Atlantico o Pacifico.
Non è bastata l'intera giornata per trarle in salvo.
Il mare in tempesta, l'incendio che sta divorando l'intera nave, il rischio di affondamento e ora la notte sopraggiunta a complicare ogni ragionevole soccorso fanno temere il peggio.
Un Paese, l'Italia, che sprofonda anche con questa tragedia... (*)
Il mondo intero, impotente, sta vivendo in tempo reale il dramma che si sta consumando a qualche decina di miglia dalle coste italiane della Puglia...
Stanotte si può dormire sapendo di una tale tragedia in atto?
Questo non è un incubo, di quelli che al risveglio svaniscono...
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(*) "The show must go on", valuteranno gli scellerati in capo al Paese, dopo qualche lacrima di coccodrillo imposta dalla 'tristissima circostanza'...

Aggiornamento di martedì 30 dicembre sera
La tragedia si è consumata.
Sorte ha voluto che il traghetto non affondasse e che talune porzioni dei ponti alti rimanessero agibili, anche se in condizioni estreme a causa della fornace interna alla nave, delle lamiere dei piani di calpestio roventi, delle condizioni atmosferiche proibitive e del fumo tossico sprigionato dall'incendio.
Così i soccorritori della Nave San Giorgio, giunta sul posto nella serata di domenica 28, già nottetempo e per tutta la mattinata seguente, hanno potuto trasbordare e salvare i 212 naufraghi superstiti presenti a bordo, ultimo il comandante del traghetto Argilio Giacomazzi nel primo pomeriggio.
Quale che sia il numero delle vittime, la tragedia avrebbe potuto assumere proporzioni ben più drammatiche. Se non è accaduto, lo si deve alla sorte che non si è accanita fino in fondo e all'intervento dei soccorritori della San Giorgio, ai quali vanno riconosciuti professionalità, altruismo e merito, di squadra e dei singoli.
Analogo riconoscimento va anche agli equipaggi degli elicotteri che domenica 28 hanno fatto la spola fra il traghetto in fiamme al largo e la loro (lontana) base di Brindisi salvando diverse decine di naufraghi.
E' d'obbligo rendere merito anche agli equipaggi delle navi cargo e cruise i quali, non certo organizzati per un'emergenza di tali proporzioni e con un mare proibitivo, nella stessa giornata di domenica hanno tratto in salvo molti dei naufraghi finiti in mare o trasbordati dal traghetto in fiamme via elicottero, così come gli equipaggi di tutti gli altri mezzi di soccorso navali ed aerei intervenuti ad arginare la tragedia.
Anche quei due albanesi colpiti a morte da un cavo di traino spezzatosi nelle operazioni di soccorso vanno ricordati.
Le testimonianze riportano poi di quanto accaduto a bordo del traghetto in fiamme, allorquando tutti si vedevano la morte in faccia, del peggiore istinto e della peggiore indole umana che hanno avuto il sopravvento in quelle lunghissime e drammatiche ore... Anche qui la sorte è stata clemente e beffarda al tempo stesso: ha salvato gli 'ultimi' (donne e bambini in particolare), quelli pestati e cacciati dalle scialuppe di salvataggio da chi voleva essere primo a mettersi in salvo con la forza e la sopraffazione...
Diverse illazioni si sentono riguardo alla causa che ha scatenato l'incendio nel garage del traghetto... Considerata la presenza di molti clandestini entrati a bordo nascosti nei TIR, è possibile che taluno di loro abbia acceso una fiamma e prodotto l'innesco, meno probabile che lo abbia fatto qualche camionista rimasto abusivamente nella cabina del suo mezzo...
Questo aggiornamento non cambia il precedente giudizio sulle responsabilità italiane di vertice, riguardo al ritardo nei soccorsi, denunciate a caldo la sera di due giorni fa. Se i soccorsi, commisurati all'evento, fossero stati tempestivi, fors'anche tutti i naufraghi avrebbero potuto salvarsi.

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