mercoledì 30 aprile 2008

Fuga dal dollaro?

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I grandi detentori di riserve in dollari (Giappone, Cina, emiri e sceicchi del petrolio, ecc.) fuggono dal dollaro? Sarà, ma finora non vedo più di tanto verso quali alternative. Verso l’euro? Se così fosse, le sproporzioni tra domanda e offerta sarebbero tali da far schizzare il cambio fuori dal seminato. Non credo che la BCE e la FED abbiano la capacità di assecondare un tale spostamento di capitali da una valuta all’altra (il piacere no di certo). E poi, per che cosa? Per avere un giorno carta igienica al posto della carta straccia? Verso l’oro? Non mi pare proprio, perché se così fosse, avremmo l’oro, non a 1000 ma a 1.000.000 $ l’oncia. Il che avrebbe un senso? Mi pare che l’oro sia piuttosto un bene rifugio per i piccoli che per i grandi investitori. Almeno fino a qualche tempo fa, tutte le banche centrali si alleggerivano delle loro riserve scaricandolo sul libero mercato. Verso le risorse energetiche? Probabile che i produttori tendano a contenere l’estrazione di petrolio e gas e a tenersi le riserve in serbo per un futuro più rassicurante… Verso altre materie prime? Possibile, ma anche qui c’è l’insidia della recessione economica… Si è letto che certi potentati produttori di petrolio (Medio Oriente, Singapore, ecc.) hanno rilevato quote consistenti di grandi banche e gruppi finanziari americani in difficoltà: queste operazioni hanno un senso… sempre che non crolli tutto. Mi aspetterei che, liquidi alla mano, questi grandi detentori di divise e titoli in $ facessero a gara per accaparrarsi interi grattacieli a New York, intere città americane, milioni di acri di campi coltivati a granaglie nel Wisconsin, ecc. ecc., disfacendosi del pesante fardello di dollari. Ma non mi pare che succeda: lo si saprebbe. Se io (che non ho il fiuto per gli affari) fossi al posto loro, lo farei… Come e dove si liberano di queste montagne di dollari? Personalmente, con le mie deboli conoscenze, non lo riesco a capire. Una cosa è certa: quei soggetti non muovono i loro capitali senza la convinzione di un ritorno economico. Un altro dubbio mi assale: che siano “incartati” o condizionati al punto da non poter agevolmente liquidare le loro posizioni fatte di titoli, derivati e quant’altro in loro possesso? Un domani, a quanto si dice nemmeno tanto lontano, mi sarà svelato l’arcano.
Silvano Porcile (silvan51@hotmail.com)
(riflessioni del 21 marzo 2008)

Lanzichenecchi & Bilanci

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CONSIGLIO COMUNALE DEL 05 APRILE 2007
Discussione del Bilancio di previsione per l’anno 2007 (punto 12 all’O.d.G.)
Intervento del consigliere di minoranza Porcile Silvano (*)
Siamo qui a parlare non solo per noi stessi ma soprattutto per dare voce ai nostri elettori che ci hanno delegato a rappresentarli. Ho quindi impostato le riflessioni che sto per sottoporvi immedesimandomi il più possibile nei cittadini e nel loro modo di vedere e valutare i loro rapporti con la realtà economica nella quale si trovano coinvolti.
Ci sono almeno due ragioni per cui necessita inserire il bilancio comunale che la Giunta ci sottopone in un contesto più ampio rispetto alla realtà economica locale:
1) Il Comune non rappresenta un’economia chiusa come ai tempi del feudalesimo ma è inserito nel contesto di un’economia ormai diventata globale;
2) Le voci che compongono le Entrate del bilancio comunale sono prevalentemente costituite da imposte e tasse a carico dei cittadini, quindi da prelievi forzati che gravano sui bilanci familiari, gli stessi già oggi fortemente penalizzati per altre ragioni esterne.
Non si può fare a meno quindi di analizzare il contesto economico, almeno quello nazionale, entro cui le famiglie cercano di destreggiarsi con sempre maggiore fatica e sofferenza. E subito risaltano i nuovi Lanzichenecchi che, come quelli famosi descritti dal Manzoni, a ondate successive, depredano le popolazioni italiane. Chi sono e da dove partire per descrivere i nuovi Lanzichenecchi? Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Si va dai top manager delle grandi Aziende di Servizi: c’è Telecom, con i Tronchetti Provera ora e i Colaninno ed altri ancora prima: tutti hanno a più riprese depredato un’azienda florida riducendola ad un contenitore di debiti da appianare maldestramente con gli introiti delle fatturazioni gonfiate a danno di milioni di utenti. C’è l’Enel di Chicco Testa & Co. Ci sono i grandi banchieri (grandi per i bidoni che fanno ai risparmiatori, come i Fazio e i Geronzi); ma qui l’elenco sarebbe troppo lungo. Per tutti costoro è una corsa a chi fa peggio e di più. In questa hit parade, purtroppo, c’è motivo di temere che vi siano anche Aziende di Servizi che operano a livello locale. Ma ci sono anche imprese private capeggiate da altri nuovi lanzichenecchi, come Impregilo (quella di Romiti che si occupa del ponte sullo Stretto di Messina, per intenderci e che si appresta ad in cassare risarcimenti e penali miliardarie dallo Stato, cioè da noi tutti). Gli elenchi dei nuovi lanzichenecchi sono lunghissimi perché, come noto, comprendono anche i top manager, amministratori e dirigenti degli apparati centrali dello Stato, di aziende ed enti pubblici (Ferrovie, ASL, Regioni, Province, Demanio, fino ad arrivare ai comuni, senza escludere Comunità Montane e consorzi di ogni genere). Chi ha seguito la trasmissione REPORT di domenica 1° aprile (purtroppo per noi non era un pesce) ha sentito la dimensione dello sperpero di denaro pubblico, quasi tutto fagocitato dalle spese del personale: se un ente pubblico istituzionalmente ha una missione da svolgere a favore della collettività, per questa missione restano solo le briciole, spesso nemmeno quelle: si “mangiano” quasi tutto i vertici con i loro emolumenti e le sempre crescenti schiere di loro fidati collaboratori. Quando qualche opera pubblica viene realizzata, ne abbiamo continuamente le prove, è spesso inutile o mal fatta, quasi sempre assurda per i tempi e i costi di realizzazione. I cittadini, con le tasse e le bollette che pagano, devono mantenere questa immensa schiera di sanguisughe con tutti i loro entourages fatti di portaborse e scaldapoltrone che poco fanno se non intascare stipendi favolosi, frutto di vere e proprie rapine legalizzate. Per tutti questi manager di Stato, di aziende, amministrazioni o imprese che dir si voglia c’è la sistematica connivenza, complicità nonché protezione del potere politico centrale o locale e degli esponenti dei vari partiti con i loro tornaconti. Sul costo crescente di servizi come energia elettrica, telefoni, banche, gas, acqua ed altri ancora siamo di fronte a continui e incessanti aumenti, troppo spesso ingiustificati, che depredano letteralmente gli utenti indifesi. Infatti subiamo le tariffe più alte in assoluto rispetto agli altri paesi europei. Quelli che ne escono più malconci sono i cittadini a reddito fisso, forse meglio dire a reddito decrescente, per intenderci quei cittadini italiani che, da notizie sentite in questi giorni, percepiscono gli stipendi (e le pensioni) più bassi d’Europa. Le tariffe più alte e gli stipendi più bassi: i più bei primati li abbiamo sempre noi italiani. Questo è in estrema sintesi quello che combinano quelli dei ponti di comando della nave, qualcosa che appare già di per sé disastroso e sintomatico di un oscuro avvenire per la gente normale costretta a subire ma che potrebbe durare chissà quanto ancora, sennonché dell’altro non meno preoccupante sta accadendo nelle stive di questa nostra nave. E già, perché è risaputo che i guai non vengono mai soli. Si legge e si sente dire dai media che l’economia tira, che c’è la ripresa economica, che la disoccupazione non è mai stata così bassa. Tutto questo dà una visione distorta e fuorviante della realtà. In realtà continua e si accentua un drenaggio forzato di risorse economiche a danno di una gran parte dei cittadini, dopo che l’euro ha già più che dimezzato il suo potere d’acquisto, con gli stipendi e le pensioni che sono rimasti al palo. Ci può essere chi si arricchisce onestamente in questo contesto, ma dev’essere una minoranza più che trascurabile. Sono invece molti quelli che arricchiscono indebitamente, seguendo l’esempio dei nuovi lanzichenecchi che stanno sui ponti di comando. Anche costoro contribuiscono pesantemente all’impoverimento del resto della popolazione. Già, perché è grazie a questo esercito di nuovi lanzichenecchi, da chi li conduce a chi li emula, che si ingrossano le ben più numerose schiere di chi è già al verde e continua a caricarsi di debiti, perché sollecitato a farlo da chi pretende di governare e guidare dall’alto lo “sviluppo” economico. Guardate cosa succede qui da noi: non ci sono strutture per il tempo libero e tutti, giovani e vecchi, vanno all’ammasso nei centri commerciali, anche nei momenti che dovrebbero essere di svago, perché null’altro di meglio è dato loro di fare. Prende campo il lavoro precario e sottopagato a discapito di quello tradizionale. Chi si avventura nell’acquisto di una casa è costretto ad accollarsi mutui che assorbono interi stipendi per un’intera vita. Il futuro dei giovani, fatta salva la categoria dei rampolli & raccomandati chiamati a perpetuare la gestione e la specie, è cupo come mai prima d’ora. Aumentano di numero coloro che non pagano più l’affitto di casa, le spese d’amministrazione mandando in crisi le gestioni condominiali. Nei rapporti commerciali aumentano le sofferenze per via di clienti che non pagano più i loro fornitori: taluni fornitori si sentono dire da loro clienti che in passato avevano sempre pagato: non ho più soldi, se vuoi fammi fallire io non so cosa farci. E i fallimenti stanno aumentando in misura allarmante. Sicuramente ci sono degli scettici tra voi, taluni in buona fede, altri in mala fede, per ragioni che si possono immaginare. A quelli in mala fede ho detto fin troppo. Invece invito quelli in buona fede a fare un semplice ragionamento. In economia si possono fare le estrapolazioni, un po’ come in matematica, per prevedere l’evolversi nel tempo di un problema rappresentabile con un grafico ossia con una linea su un foglio. Su questo foglio rappresentiamo con un punto le risorse economiche della famiglia italiana media (ma al tempo stesso della stragrande maggioranza delle famiglie italiane) di 4-5 anni fa e con un altro punto il loro valore attuale: salvo eccezioni che rappresentano, come già detto prima, delle minoranze, la linea che unisce i due punti è discendente nel senso che ci troviamo oggi peggio di prima. Dei gravi problemi economici che questa trendline sottintende praticamente non si sente quasi parlare dai media. E noi tutti sappiamo che tutto quello di cui non si parla ufficialmente, altrettanto ufficialmente non esiste come problema. Se ufficialmente non esiste, meno che mai si affronta e si risolve. Problemi di questa portata di cui non si riconosce l’esistenza e men che mai si affrontano, altro non possono fare che aggravarsi: questo risponde a una logica economica e matematica ed è un’illusione che tutto si sistemi da solo. La linea che punta verso il basso non invertirà da sola la sua tendenza, semmai potrebbe accentuarla... Domanda: Perché chi è ai posti di comando, vuoi in politica vuoi in finanza, non riconosce e non affronta questa gravissima situazione? La risposta è banale: perché sarebbero loro i primi a dover pagare il conto. E già perché per affrontarla bisognerebbe eliminare i furti e i furboni che li commettono, quelle schiere di nuovi lanzichenecchi parassiti di cui ho fatto prima un elenco molto parziale e che non ci leviamo di dosso nemmeno per intercessione dello Spirito Santo. Non solo, per sperare che la situazione non degeneri oltre, bisognerebbe anche che le schiere di indebitati e insolventi, per intenderci quelli nelle stive della nave, rimanessero massa sottocritica, cioè una massa circoscritta, messa in condizione di non nuocere agli altri. Ma anche questa è utopia, perché il loro numero, senza freni inibitori, non può che aumentare e produrre un effetto domino: anche chi non viene pagato per quello che gli è dovuto finirà condizionato dai problemi economici, in una reazione a catena. C’è solo da capire se continuerà la inarrestabile discesa com’è stato fino ad oggi o se vi saranno dei momenti di tracollo economico e sociale, eventi a questo punto nemmeno tanto difficili da escludersi. Se l’evoluzione sarà in questa direzione, con l’aggravante del collasso economico e sociale, sappiamo almeno a chi vanno attribuite le responsabilità: cioè a quei nuovi lanzichenecchi dei ponti alti della nave che la governano e la saccheggiano al tempo stesso.
Passo a parlare brevemente del vostro bilancio preventivo per il corrente anno. E’ un documento che, ovviamente, non tiene conto dello scenario che ho appena descritto. E’ impostato come se tutto andasse al meglio per tutti, non solo per gli amministratori ma anche per tutti i cittadini amministrati. E’ un bilancio di impostazione e concezione vecchia e superata, un bilancio ingessato. E’ un tassello che, ovviamente, si inserisce perfettamente nel puzzle della politica economica ufficiale del nostro paese: in questo senso non fa una piega. Purtroppo la realtà e la sua evoluzione, che non ho dubbi essere quelle che ho appena descritto, non trovano riscontro in questo documento. Con questo bilancio presentate un conto che fa pagare lo scotto della vera realtà ai soliti cittadini onesti. Anche nel piccolo di questo comune abbiamo i furbacchioni che fanno i soldi e scaricano i costi e le rogne sulla collettività. Abbiamo gli sperperi di denaro pubblico tante volte denunciati. Enumerandoli, ripeterei cose già rimarcate nei passati Consigli comunali. Anche in questo bilancio abbiamo la crescita dei balzelli a carico dei cittadini: è il caso dell’aumento della TARSU del 7% di cui parleranno in modo più approfondito altri colleghi consiglieri. L’Amministrazione si fa un vanto di non avere aumentato l’ICI. Ma, con l’aria che tira, si dovrebbe cominciare a ridurla. Intendo l’ICI sulla prima casa: tutti sanno che è un’imposta iniqua perché grava sulla proprietà e non sul reddito, per cui, considerata la crisi economica, ci saranno sempre più famiglie in difficoltà a pagarla. Famiglie che, con grossi sacrifici si sono comprata la casa, ma che oggi e in ancor peggio in futuro, sempre meno disporranno dei redditi sufficienti per campare e al tempo stesso per pagare tutti i balzelli che gravano sui loro sempre più magri bilanci. Di questo passo sempre più famiglie, non solo chi non riuscirà a rimborsare i mutui ma anche chi di mutui non ne ha, si vedranno pignorata la casa per imposte e tasse non pagate. Tutti voi sapete che non parlo di fantascienza. Né posso fare a meno di menzionare, visto che ne ha parlato l’assessore al bilancio, del costo del rinnovo delle concessioni trentennali in scadenza relative ai loculi cimiteriali. Un balzello di 2500 € a loculo: i discendenti dei defunti, dopo 30 anni, devono sobbarcarsi delle spese di un 2° funerale!
Quanto detto dalla conduttrice di REPORT domenica scorsa vale anche per questa Amministrazione: leggo a bilancio un totale di 4.500.000 € di spese correnti e 900.000 € di spese in conto capitale per il corrente 2007. Ma di questi 900.000 € solo una piccolissima parte sono veri e propri investimenti per il cittadino. Sono 40 anni che non si vede realizzare alcuna infrastruttura al servizio della comunità. Più di vent’anni fa avevo lavorato a Parigi per l’Ansaldo: oltre la capillare rete del metro, c’erano le 3 linee RER (Réseau Express Régional) A, B e C che, a raggiera, si inoltravano nella banlieue. Oggi mi dicono che queste linee sono di gran lunga più estese e che ad esse si sono aggiunte le tre altre nuove D, E ed F... Qui da noi, Grande Genova e comuni satelliti, a confronto, siamo ancora all’età della pietra… In buona sostanza, tornando al vostro bilancio, la sensibilità di questa Amministrazione verso i cittadini è spesso nelle parole ma non nei fatti e negli atti che emana.
(*) Lista civica Rinnovare Serra Riccò - Comune di Serra Riccò (GE)
Indirizzo e-mail: silvan51@hotmail.com