martedì 6 ottobre 2009

Caccia aperta agli "Hard Assets"

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http://www.marketwatch.com/story/gold-hits-record-high-as-dollar-slumps-2009-10-06
E’ bastata la diffusione di cattive voci sulle sorti del dollaro, peraltro non nuove, e l’aumento di un quarto di punto del tasso di sconto da parte della banca centrale australiana per dare un forte impulso alla caccia agli Hard Assets e relativi produttori.
Quanto e per quanto tempo hard si potrà valutare, caso per caso, seguendo l'evolversi della crisi e dei suoi effetti.
Il sito seguente cura le classifiche e gli indici con riferimento ai produttori, nei settori energetico, agricolo e dei metalli:
http://rve.snetglobalindexes.com/about_the_indexes.php
Ho notato che, tra gli energetici, manca StatoilHydro (una mia fissa, qualcuno penserà)…
Cambiando la logica di selezione, anche le Dividend-paying Stocks sono merce rara e ricercata. In questo periodo, per quelli come me, più facile trovar funghi… Con i bilanci societari già oggi generalmente critici, c’è da chiedersi quanto si manterranno dividend-paying certi titoli: più facile che gli azionisti siano chiamati a ripianare le perdite, se non in questo, nei futuri esercizi…
Una regola credo che almeno valga in questo periodo: diffidare di quelle società che deliberano aumenti di capitale a titolo oneroso mediante pubblica sottoscrizione o ricorrono a prestiti obbligazionari con emissione di bond...
Leggendo senza un preciso criterio e per quel poco che posso capire, mi sono soffermato un pò più a lungo sul Gruppo TOTAL:
http://www.total.com/static/en/medias/topic3687/Total_2009_en_2Q_Results_090731_pr.pdf
Il P/E corrente è quello che è anche per loro, con forti riduzioni degli utili, ma parrebbe che, almeno al momento, non siano nella necessità di battere cassa: a fine luglio 2009, hanno cancellato 24,8 milioni di azioni proprie, acquistate sul mercato nella seconda metà del 2008 (con operazioni di buy back), evidentemente per sostenere il titolo. Se non mi sbaglio, si tratta di una quantità dell’ordine dell’1% dell’intero capitale, quindi nemmeno poca cosa. Inoltre, nel corso degli anni (l’ultima volta nel febbraio 2008), hanno promosso aumenti di capitale riservati ai loro dipendenti. Questi ultimi, a fine settembre 2007, detenevano il 3,54% del totale delle azioni del Gruppo:
http://www.total.com/en/finance/employees_shareholders/capital_increase_employees/2008-capital-increase-employees_14097.htm?template=print.htm
Ma queste mie considerazioni sono molto parziali e superficiali: con il degenerare della crisi, non ci sarebbe da meravigliarsi di futuri ulteriori scossoni sugli utili e sul corso del titolo azionario, anche per questo Gruppo.
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