lunedì 31 gennaio 2011

Le Marchionnate hanno le gambe corte... anche negli USA

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http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-01-31/marchionne-sgobba-dettagli-rilanciare-185719.shtml?uuid=AaiBEg4C

L'articolo originale (quello preso a riferimento dalla giornalista de IlSole24Ore Elysa Fazzino) è al link seguente:
http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703293204576106472087401608.html
La sua riproduzione integrale è vietata in quanto protetto da copyright. Per averne la disponibilità, viene chiesto di abbonarsi. In alternativa, per solo uso lettura personale, si può rintracciare tramite (e per gentile concessione di) Google, cliccandone il titolo sul motore di ricerca...
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No comment needed... ma...
... è più forte di me, non resisto alla tentazione...
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Solo l'impressione (ma non è solo un'impressione) che, nell'articolo del WSJ, il nostro top manager sia preso per il c..., e nemmeno tanto velatamente...
A cominciare dal titolo: "Boss Sweats Details of Chrysler Revival" che suona all'incirca: "Il Capo trasuda dettagli sulla rinascita di Chrysler"...
Per arrivare alla questione dei 23 dirigenti in Chrysler + gli altri 25 a Torino, con i quali lui si interfaccia direttamente e regolarmente: non proprio sinomimo di una brillante propensione a delegare... O, volendo vedere la questione sotto il profilo della struttura organizzativa piramidale vecchio stampo: un po' appiattite in punta, le due piramidi di Marchionne-modello Taylor (1856-1915)...
Quello che non viene detto nell'articolo è il fatto che sia laureato in legge e filosofia, non in ingegneria, come si sarebbe indotti a credere, visto il suo 'pallino' per i dettagli tecnici.

Ma per un manager al suo livello, filosofo o ingegnere che sia, è un'attitudine comunque atipica (per non dire anomala) quella di interessarsi sistematicamente dei dettagli. Delegare, come già detto, dovrebbe essere la regola per uno come lui, soprattutto sui dettagli e... in presenza di capaci collaboratori, di linea e di staff.
Ma vale la pena di leggere la versione integrale dell'articolo perché c'è molto altro, non dovesse bastare l'articolo firmato Elysa Fazzino, che già non è poco... almeno a confronto con altri 'informatori doc' (vedere qui sotto).
La tentazione di farne la traduzione integrale resta forte, anche se scoraggia il fatto che siano quasi 4 pagine : ci sono fior di curiosi aneddoti che la dicono lunga sul nostro top manager...
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"Chrysler: WSJ, elogio a Marchionne", scrive l’ANSA:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/02/01/visualizza_new.html_1613457065.html
Ma non è l’unica Agenzia italiana a prendere per il c… i suoi lettori...

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Traduzione dell'articolo del WSJ dal titolo "Boss Sweats Details of Chrysler Revival" del 31 gennaio 2011, a firma di Jeff Bennett e Neal E. Boudette :
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Il Capo trasuda dettagli sulla rinascita di Chrysler


Auburn Hills, Michigan – Come Amministratore Delegato del Gruppo Chrysler LLC (Limited Liability Company), Sergio Marchionne non è certo a corto di problemi di cui occuparsi, dalle relazioni con i sindacati alla offuscata reputazione aziendale.
Il mese scorso, un dettaglio ha impegnato la sua attenzione: la maniglia della portiera sul Dodge Charger.
I test indicavano che l’acqua poteva entrare nella serratura e rovinarne l’elettronica. L’AD, determinato ad avviare la produzione del rinnovato Charger entro la fine dell’anno, mise ingegneri a lavorare senza sosta sul problema.
«Ricevo aggiornamenti ogni 2 ore sulla dannata maniglia di portiera», il Sig. Marchionne disse il 7 dicembre, sedendosi al consiglio di amministrazione di un’altra società di cui è direttore. Finalmente, un messaggino su uno dei suoi sei telefonini gli diceva che la disfunzione era stata individuata: una superficie di contatto irregolare tra due parti di plastica. Sistemata la serratura, il nuovo Charger cominciò ad uscire dalla linea di assemblaggio alcuni giorni dopo Natale.
«Ho il sospetto che certi problemi di cui ora ci stiamo occupando e che mi procurano non poca irritazione siano stati spazzati sotto il tappeto 10 anni fa» il Sig. Marchionne disse. Ma «se vuoi veramente far girare il business, c’è bisogno che tu ti interessi/intrometta a questo livello.»
Il destino di Chrysler, che fornirà lunedì il report relativo al 4° trimestre 2010, è nelle mani dell’italiano di nascita Sig. Marchionne e della sua attenzione per il dettaglio, un approccio che lo ha aiutato a salvare FIAT S.p.A. sull’orlo del collasso alcuni anni fa. E’ anche uno che può occasionalmente ritardare le decisioni a causa del suo inusuale doppio ruolo, simultaneamente a capo di FIAT e di Chrysler, dividendo il suo tempo tra il Michigan e l'Italia.
La concentrazione di Marchionne sul nocciolo dei dettagli in Chrysler, beneficiaria di 9 miliardi di $ di aiuti federali 2 anni fa, contrasta con l’approccio di un altro nuovo “boss” di Detroit, Daniel Akerson della GM, il quale riconosce non essere un ‘fanatico dell’auto’. Lo scorso anno, per parecchie settimane Mr. Marchionne si agitò per una leggera deviazione nella curvatura della portiera della nuova Dodge Durango, imponendo minuziose modifiche finché non fu come esattamente a lui piaceva.
Anche l’altro importante executive (nel senso di CEO = AD) nel mondo dell’auto al comando di due società alleate, Carlos Ghosn di Renault SA e Nissan Motor Co., occasionalmente interviene sui dettagli delle auto. Ma il Sig. Ghosn ha un direttore operativo che gestisce il business giorno per giorno in ciascuna società, e l’alleanza (tra le due società) è controllata da un comitato di 15 alti dirigenti. Il Sig. Marchionne ha alzato le sopracciglia nel riconoscere di avere un numero inusuale di dirigenti che riferiscono direttamente a lui, 23 in Chrysler e di più in Italia.
«Com’è che ha 23 persone che riportano a lei qui e altre 25 a Torino?» gli chiede il Presidente di Chrysler, Robert Kidder. La risposta del Sig. Marchionne è che gestendo direttamente così tanta gente aiuta Chrysler e FIAT a lavorare assieme a stretto contatto.
Mentre le rivali General Motors Co. e Ford Motors Co. si sono riprese dalla recessione dell’industria dell’auto – Ford ha fatto profitti per 6,6 miliardi di $ lo scorso anno nonostante un calo nell’ultimo trimestre dichiarato venerdì – Chrysler non ha ancora girato l’angolo. Non sta più bruciando cassa ma ha perso soldi nei primi 3 trimestri del 2010.
Poiché le vendite di auto negli USA sono state più alte nell’ultimo trimestre 2010, la società potrebbe informare lunedì del suo miglior trimestre dal salvataggio dal fallimento nel 2009.
Le vendite di veicoli Chrysler negli USA sono cresciute del 16,5% lo scorso anno, ma molte riguardavano le flotte di società di autonoleggio. Le vendite ai privati, un test più significativo, hanno mostrato che l’azienda fatica ancora ad affermarsi. La sua quota di vendite al dettaglio è del 7,3% secondo i dati forniti dai costruttori d’auto e verificati dal Wall Street Journal.
Sulla base di questi dati, Chrysler, un tempo 3° più grande costruttore di automobili al mondo, ora è 6° sul mercato USA, dietro non solo a GM, Ford e Toyota ma anche a Honda e Nissan.
Al suo insediamento in Chrysler, avvenuta a metà del 2009, il Sig. Marchionne si incontrò con Michael J. Jackson, a capo della catena di concessionari AutoNation Inc. Sapendo che doveva mostrarsi seriamente impegnato al cambiamento, il Sig. Marchionne espose in dettaglio le carenze dei veicoli Chrysler.
«Entrò nel merito dei meccanismi di trasmissione di Chrysler e sapeva quanto erano obsoleti, come non fossero sincronizzati con i motori. Sapeva quali auto manifestavano fastidiosi rumori per l’effetto vento, della plastica di scarso valore negli interni» dice il Sig. Jackson. «E’ straordinario. Non ho mai avuto una tale conversazione con un Amministratore Delegato nel mondo dell’auto.»
Il Sig. Marchionne ha investito 1,1 miliardi di $ per costruire oltre 14 modelli già in produzione. Con interni più raffinati per tutti. La Chrysler Sebring berlina ha avuto un miglioramento nei freni, ruote e sospensioni, oltre ad un nuovo nome, il 200. La Dodge Charger ha avuto l’alta tecnologia nelle maniglie che causarono i guai di dicembre: ora si aprono con il tocco di una mano e un telecomando in tasca al conducente.
Quella grossa spesa è un gioco d’azzardo, ma il Sig. Marchionne temeva che la spinta alle vendite di cui ha bisogno non si sarebbe verificata se la società avesse continuato ad offrire le vecchie versioni dei suoi veicoli. «Il mercato non le voleva» dice.
L’estate scorsa, il Sig. Marchionne trasformò una delle sue rare vacanze in un lungo test su strada entrando in una Jeep Grand Cherokee versione 2011 e guidandola per 3500 miglia attraverso il Quebec, il New Brunswick e il New England, prendendo nota di quello che poteva essere migliorato.
Ne ritornò convinto che la struttura base del SUV era vincente, sebbene deluso dal numero di passanti che ne furono attratti il giorno che lo parcheggiò di fronte al Fairmont Hotel a Boston. «E’ un veicolo nuovo di zecca e ti aspetteresti molto più sballo» lui dice.
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Il Sig. Marchionne nacque 58 anni fa a Chieti, in prossimità della costa adriatica italiana, e si trasferì con la famiglia a Toronto quando aveva 14 anni. Era a capo di una società svizzera di servizi ispettivi commerciali nel 2004 allorquando balzò in FIAT, dove divenne noto per lavorare lunghe ore, 7 giorni la settimana.
Ad un meeting di analisti nel 2006, si presentò indossando un maglione nero e jeans neri, e decise che gli piaceva vestire informale. Ora ha circa 30 maglioni e paia di jeans in ciascuna delle sue case in Michigan, Torino e Svizzera, potendosi così muovere in jet con un bagaglio minimo.
«Li ordino via internet e li sostituisco a gruppi di 10» dice. «Ho vestiario identico ovunque io vivo, giù fino ai calzini».
Nel 2008, l’allora proprietario di Chrysler, Cerberus Capital Management LP, contattò FIAT per una partnership. La società italiana, avendo da lungo tempo rinunciato a vedere auto in Nord America, era pesantemente dipendente dall’Europa e dal mercato delle utilitarie, con scarsi margini di profitto. Chrysler vendeva grosse auto, minivan e autocarri, principalmente in Nord America, per cui, nonostante i suoi problemi, poteva aiutare FIAT ad essere una società globale.
Gli USA divennero parte attiva nelle negoziazioni Chrysler-FIAT all’inizio del 2009, dopo aver accordato a Chrysler il salvataggio. Il Sig. Marchionne era conosciuto come un duro uomo d’affari; nel 2005 aveva costretto GM a pagare a FIAT 2 miliardi di $ per sciogliere una solida partnership tra le due società. Nelle trattative con Chrysler, era disposto a contribuire alla partnership con motori ed altra tecnologia, ma non con soldi.
Poiché la task force per l’auto dell’Amministrazione Obama aveva scarse altre opzioni per Chrysler, il Sig. Marchionne ebbe aperta la strada. Chrysler presentò istanza di protezione dal fallimento (Chapter 11) ed emerse a giugno 2009 con FIAT suo parziale proprietario e il Sig. Marchionne suo Amministratore Delegato.
Ad Auburn Hills, il nuovo boss si astenne dall’usare la vasta suite dirigenziale al 15° piano, con il soffitto a volta e finestra gigante a forma del logo Chrysler, preferendo un ufficio nell’ala curva conosciuta come “ala a banana” del centro direzionale d’ingegneria. E’ lì che si prendono le decisioni che muovono le attività industriali di Chrysler, il Sig. Marchionne dice, e «devi tenere quella macchina bene ‘in campana’».
Ora Chrysler sta sviluppando piccole e medie auto basate su modelli FIAT, mentre FIAT sta preparandosi a montare Jeeps e alcuni altri veicoli Chrysler nei suoi stabilimenti. Il Sig. Marchionne immagina che le due società produrranno più di 6 milioni di veicoli nel 2014, quasi il doppio del numero attuale, attribuendo all’alleanza una scala simile a quella dei giganti globali dell’auto.
Chrysler ha previsto un utile operativo da 1,6 a 2,4 miliardi di $ per quest’anno, ma incombono ostacoli. I prezzi crescenti delle benzine potrebbero pregiudicare le vendite dei suoi autocarri e grosse auto. Il contratto di lavoro con il sindacato United Auto Workers dev’essere rinegoziato quest’anno.
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La divisione del tempo del Sig. Marchionne (fra Torino e Detroit) presenta anche delle sfide. Lo scorso autunno, quando in Chrysler si cercava di imprimere un’accelerazione al lancio dei rinnovati Dodge Charger e Chrysler 300, i dirigenti dicono che un motivo di ritardo fu la decisione sui fari anteriori del 300, decisione che poté essere presa solo dopo che il Sig. Marchionne fu di ritorno in Michigan alcune settimane più tardi. Quando arrivò, lui e il suo team di produzione stettero di fronte all’auto per circa mezz’ora prima di decidere quale stile di fari utilizzare.
Il suo programma di lavoro sdoppiato significa che i dirigenti possono vivere tempi difficili nel giungere a decisioni che richiederebbero un rapido interfacciarsi, dice qualcuno che ha dimestichezza con la società.
Un dirigente dice che certi manager che riportano al Sig. Marchionne sanno di avere l’autorità di prendere decisioni, ma «anche loro sono preoccupati» che il boss non sia d’accordo. In agosto 2009, durante un’assenza dell’AD, il direttore responsabile delle vendite programmò di offrire sconti per ravvivare le vendite. Quando il Sig. Marchionne ritornò, secondo quanto afferma una persona che ha dimestichezza con l’ambiente, egli «fu balistico» e strigliò il direttore delle vendite durante una riunione. Da lì a poco il direttore delle vendite era “andato” (anche nel senso di tagliato fuori, stroncato).
Il Sig. Marchionne sta cercando di cambiare la cultura in Chrysler. Durante un meeting a dicembre, dopo che due (alti) dirigenti proposero l’idea-programma di contattare direttamente i clienti quando un intervento di manutenzione o una miglioria erano disponibili per le loro auto, la maggioranza dei partecipanti al meeting si oppose, in parte a causa del costo.
Il Sig. Marchionne si fece sentire: «Ragazzi, voi sbagliate tutto. Quella è la cosa giusta da fare» disse, in accordo con Doug Betts direttore della qualità. L’AD quindi disse ai suoi luogotenenti/vice che essi devono «rompere con il modello» di business a Detroit.
Nelle ultime settimane, il Sig. Marchionne ha parlato con le banche per cercare di assicurarsi i finanziamenti, possibilmente con l’aiuto di FIAT, per restituire i 5,6 miliardi di $ in prestiti di salvataggio avuti dal governo USA. L’obiettivo è la totale restituzione entro il 2014. Eliminando gli interrogativi di Wall Street sulla capacità di Chrysler di rimborsare i prestiti, renderebbe più agevole una Iniziale Offerta Pubblica di azioni che il Sig. Marchionne spera di fare entro la fine di quest’anno.
La IPO fornirebbe un modo per il governo e il sindacato UAW di disfarsi loro stessi delle attuali partecipazioni azionarie. Il governo, che detiene il 9,2% a seguito della procedura di fallimento del 2009 di Chrysler, sarebbe ben lieto di uscirne. Il UAW, con un 63,5% di partecipazione, prevede di usare i proventi della vendita delle azioni per finanziare un fondo pensionistico per l’assistenza sanitaria creato nel 2008.
La FIAT, comunque, ha in programma di incrementare la sua partecipazione, attualmente del 25%.
Quando il Sig. Marchionne è nel Michigan, circa 2 settimane al mese, riempie sia il sabato che la domenica di meetings con i teams dei suoi dirigenti, come le vendite, il marketing e quelli che fanno funzionare la produzione industriale. Si radunano in una sala conferenze con tavoli in legno scuro disposti a forma di U, di fronte ad un grosso schermo. In un angolo è presente una macchina per il caffé espresso, e sul muro c’è un poster incorniciato che dice: “Give a S…”.
Le adunate durano dalle 8 di mattina alla sera, e il ritmo può esigere un tributo. «Mia moglie avverte di essere in competizione con Chrysler» dice il direttore della manutenzione, Scott Garberding. Lo stesso Sig. Marchionne ha divorziato l’anno scorso. E si è anche messo a dieta a basso tenore di carboidrati ed ha perso 30 libbre.
Al salone dell’auto di Los Angeles dello scorso novembre, l’AD diede una vaga idea di quello che pensa FIAT e Chrysler possano compiere assieme. Prima gesticolò rivolto alla Fiat 500, una sub-compatta che Chrysler sta per produrre in Messico. Poi, aprendo il cofano della ridisegnata Jeep Grand Cherokee per un’occhiata al suo motore a 8 cilindri a V, il Sig. Marchionne disse che il veicolo poteva essere usato per derivare modelli che potrebbero aiutare entrambe le società.
Il lavoro è cominciato su di un lussuoso SUV, usando la sottostruttura/telaio della Grand Cherokee, per un nuovo modello di Maserati, un veicolo che potrebbe essere venduto a 100.000 $. «Questa è una grande architettura» disse il Sig. Marchionne. «Perché non dovrei metterci sopra una Maserati?».
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Ci sarebbe da evidenziarne (in grassetto o diverso colore) i tratti... salienti...
Ma sarebbe scorretto, anche nei confronti degli autori dell'articolo.
Eppoi ciascuno è in grado di individuarli da sé...
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Post precedenti sul tema "Marchionne":
> Marchionne, grande manager... http://porcilesilvano.blogspot.com/2011/01/marchionne-grande-manager.html
> Marchionne's global marketing strategy http://porcilesilvano.blogspot.com/2010/07/marchionnes-global-marketing-strategy.html
> Marchionne (FIAT): l'oracolo dell'industria dell'auto, ma... http://porcilesilvano.blogspot.com/2010/07/marchionne-fiat-loracolo-dellindustria.html
> Marchionne: i numeri di un top manager http://porcilesilvano.blogspot.com/2009/12/e-bravo-marchionne.html
ed altri, sparsi qua e là, sulle vicende FIAT e non solo...

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domenica 30 gennaio 2011

I relitti del passato


http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/386726/
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Difficile, questa volta, non concordare con Silvio.
I più, fra quelli che vogliono prendergli il posto, sono dei relitti del passato
In quanto tali, dovrebbero sparire dalla circolazione, senza più mostrarsi in giro, men che mai sugli schermi TV...
Passare il più possibile inosservati, nella speranza che nessuno chieda loro conto delle malefatte e intrallazzi di cui si sono resi responsabili nel ruolo di uomini di governo e potere o, nella migliore delle ipotesi, dell'incapacità e incompetenza dimostrate.
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Un solo 'piccolo' neo: peccato per il 'pulpito' da cui arriva 'la predica'...
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venerdì 28 gennaio 2011

Egitto, un (altro) paese islamico moderato, si sentiva dire ...

... come la Tunisia, con una 'piccola' differenza: sono 80 milioni, in gran parte giovani...

Gli analisti di Europe 2020, nel maggio 2009, avevano scritto quanto sinteticamente richiamato nel post: http://porcilesilvano.blogspot.com/2009/05/chomage-unemployment-disoccupazione.html

Non si era troppo considerato che l'innesco e le sommosse potessero partire da paesi-polveriera economicamente più deboli, come quelli del Nord Africa e della penisola Balcanica, dove dispotismo, corruzione e malgoverno, evidentemente, sono di casa da decenni...
Anche perché avevano nomea di paesi 'moderati'. Ora abbiamo capito che, con riferimento ai governi in carica, 'moderato' non è sinonimo né di 'democratico' né di 'incorrotto'. Semmai stava solo a significare che i loro governanti sono reputati 'amici' dell'Occidente.
Ora arrivano i conti da pagare, per tutti, a cominciare dal gravissimo bilancio interno: più di 100 morti ammazzati dai 'pretoriani' di Mubarak.
Il guaio è che la polveriera del Vicino Oriente è anche la 1^ riserva petrolifera mondiale...
Non si può che prevedere una forte accelerazione + aggravamento della crisi, con il suo inevitabile, drammatico effetto domino...
Per certi paesi, in uno stato di calma e torpore apparenti, è solo una questione di tempo...
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P.S.: Per Marchionne sono maturi i tempi per la diffusione, anche in Italia e in Europa, del SUV Nuova Jeep Grand Cherokee (cilindrate 3600 e 5700 cc, benzina e diesel) e ne ha programmato l'avvio della commercializzazione a breve, già da quest'anno. Un bel banco di prova per la sua strategia...
Una strategia... di rottura con la realtà che si va delineando. Altro che piccole e medie cilindrate alimentate a metano!
Poi, che c'è di strano? Il target per quel SUV può essere rappresentato da quel 10% di potenziali acquirenti che detiene il 45% della ricchezza totale! E non solo, anche da tutti quelli che, a tasche vuote, non vogliono apparire da meno, e sono un gran numero!
Di questo e altro sono capaci i Grandi Manager!

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mercoledì 26 gennaio 2011

Bank of England chief Mervyn King says: standard of living to plunge at fastest rate since 1920s

Mervyn King, Economista e Governatore della Banca d’Inghilterra, dice: “Il livello di vita delle famiglie si sta rapidamente deteriorando, ad un ritmo il più veloce dagli anni ‘20”
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http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/8282354/Bank-of-England-chief-Mervyn-King-standard-of-living-to-plunge-at-fastest-rate-since-1920s.html
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Un intervento allarmante...
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Traduzione quasi-integrale (e quasi-letterale) dell'articolo del Telegraph, con le affermazioni del Governatore fatte il 25 gennaio u.s. a Newcastle upon Tyne (precedute da alcuni dati citati a riferimento nell’articolo stesso e seguite da qualche commento dell’autore, il giornalista Robert Winnett):

Presupposti (riferiti al Regno Unito):

> Caduta del PIL dello 0,5% nell'ultimo trimestre del 2010. Una riduzione inattesa, la prima dal terzo trimestre 2009 (colpa del tempo glaciale che ha paralizzato gran parte del paese il mese scorso, secondo il Governatore).

> Timori che il paese sia sul punto di scivolare in recessione, definita come 2 successivi trimestri di crescita negativa.

> Gli economisti dicono che la situazione è un assoluto disastro.

> La crisi economica si accentua con i dati sui prestiti concessi a dicembre, in forte contrazione.

> I Laburisti accusano i ministri di tagli troppo drastici alla spesa pubblica.

Esternazione del Governatore:

"Le famiglie vedranno il loro reddito esaurito dovendo pagare l’inevitabile prezzo della crisi finanziaria.

Le retribuzioni non riescono a tenere il passo con l’inflazione crescente.

Nessuna previsione di rialzo dei tassi di interesse nei prossimi mesi a causa della debole prospettiva economica. I risparmiatori e quelli che si sono comportati con prudenza saranno tra quelli che subiranno le maggiori perdite.

I redditi delle famiglie sono stati colpiti dai forti incrementi dei prezzi dei generi alimentari, dei combustibili e delle imposte combinati con restrizioni nelle retribuzioni per la maggior parte dei lavoratori. Nel corso del 2010, il potere di acquisto delle retribuzioni nette è mediamente sceso del 12%, dicono i dati ufficiali, e il trend è atteso che continui nel 2011.

La Banca d’Inghilterra non può né può tentare di prevenire la contrazione dello standard di vita.

I dati economici evidenziano che la ripresa sarà incostante.

La più grossa minaccia che si trova a fronteggiare il Monetary Policy Committee della Banca (che interviene sui tassi di interesse) è l’inflazione crescente.

L’aspettativa è che l’inflazione si mantenga sotto il 2% nonostante il basso livello dei tassi d’interesse applicati, ma potrebbe crescere da qualche parte tra il 2 e il 5% nei prossimi mesi.

L’inflazione crescente è stata prodotta in gran parte dagli incrementi dei prezzi globali del petrolio e delle commodities, dagli aumenti delle imposte introdotti a inizio anno, su cui la Banca non ha potere di controllo.

Nel 2011 le retribuzioni saranno al livello del 2005. Si deve andare a ritroso agli anni ’20 del secolo scorso per trovare un analogo periodo di sei anni di decremento continuo.

La contrazione del livello di vita è l’inevitabile prezzo da pagare per la crisi finanziaria e conseguente ribilanciamento delle economie mondiali e del Regno Unito.

Il Monetary Policy Committee non avrebbe potuto incrementare i tassi d’interesse rispetto all’attuale livello minimo per fronteggiare la crescita dell’inflazione. Se lo avesse fatto, probabilmente l’inflazione avrebbe cominciato a scendere quest’anno ma a discapito di una ripresa ancora più debole, maggiore disoccupazione e ancora minore crescita dei redditi. L’erosione degli standard di vita sarebbe stata ancora peggiore.

L’idea che il MPC avrebbe potuto preservare gli standard di vita prevenendo la crescita dell’inflazione senza comprimere ulteriormente i redditi, è una pia illusione.

La politica monetaria non può essere basata sulle pie illusioni. Così il MPC non può né può provare a prevenire la contrazione dei livelli di vita, per metà causata da prezzi più alti e per metà da minore crescita dei redditi, inferiore al normale.

La Banca d’Inghilterra non può prevenire la contrazione dei redditi reali, di cui molte famiglie stanno cominciando a rendersi conto essere lo strascico della crisi bancaria con il conseguente bisogno di ribilanciare l’economia.

Piena solidarietà nei confronti dei risparmiatori e di coloro che si sono comportati con prudenza e che ora si ritrovano tra quelli che più pagano a causa della crisi. Ma un ritorno alla stabilità economica dalla nostra fragile condizione richiederà passi attenti e ben ponderati, guardando oltre i prossimi mesi.

Le famiglie e le piccole imprese con scarsa disponibilità di capitale proprio potrebbero essere impossibilitate ad ottenere prestiti o esserlo soltanto nel mercato ‘libero’ (insecured), dove i tassi sono molto più alti di prima della crisi".

Deduzioni dell’autore dell’articolo:

> Le dichiarazioni del Governatore rappresentano warnings tra i più duri.

> L’affermazione che la crisi delle banche è dietro la contrazione dei livelli di vita arriva in un momento significativo, visto che le banche si preparano ad annunciare bonus multi-milionari per i loro manager.

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Esternazioni allarmanti, come già detto. Premesse di un disastro forse solo annunciato e, per la parte più dirompente, ancora di là da venire. Dichiarazioni d'impotenza di fronte agli eventi economico finanziari incombenti. L'incognita inflazione. Un percepibile senso di colpa del Governatore per le perdite a carico dei risparmiatori e di "coloro che si sono comportati con prudenza": che cosa li aspetta oltre le perdite eventualmente già patite? Non ci è dato di saperlo, ma si può immaginare...

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lunedì 24 gennaio 2011

Silvio vede (e denuncia) i postriboli…

(A proposito della sua irruzione telefonica a L’Infedele di Gad Lerner di questa sera…)
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Da un dizionario della lingua italiana:
Postribolo è un luogo chiuso, tipicamente un alloggio di decadente aspetto, in cui si esercita la prostituzione. Sinonimi: bordello, casa di piacere, casino…
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Devono essere allucinazioni da crisi d’astinenza…
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P.S. Effettivamente, di postriboli ce ne sono eccome in giro..., eccezionalmente anche in ville di gran lusso...
Anche di quelli televisivi, a cominciare dalle sue TV, e nella fascia protetta...
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FDIC: Failed Bank List - Update: January 21, 2011

Fallimento banche USA: aggiornamento del 21 gennaio 2011
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http://www.fdic.gov/bank/individual/failed/banklist.html
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Seven banks were closed and added to the list over the first three weeks of 2011, following last year's toll of 157 bank failures amid the economic crisis and mounting bad loans:
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Two on Friday January 7th:
....> (Orlando, Florida-based) First Commercial Bank of Florida, 9 branches;
....> (Scottsdale, Arizona-based) Legacy Bank, 2 branches.
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One on Friday January 14th: (Brunswick, Georgia-based) Oglethorpe Bank, 2 branches.
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Four on Friday January 21st:
....> (McDonough, Georgia-based) Enterprise Banking Company, 2 branches;
....> (Easley, South Carolina-based) CommunitySouth Bank & Trust, 6 branches;
....> (Asheville, North Carolina-based) The Bank of Asheville, 5 branches;
....> (Denver, Colorado-based) United Western Bank, 8 branches.
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Reports at the following links:
> http://www.depositaccounts.com/blog/2011/01/a-florida-bank-and-an-arizona-bank-closed-by-regulators.html
> http://www.depositaccounts.com/blog/2011/01/just-one-bank-failure-today.html
> http://www.depositaccounts.com/blog/2011/01/four-banks-fail-including-united-western-bank-in-colorado.html
> http://news.yahoo.com/s/ap/20110122/ap_on_bi_ge/us_bank_closures
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sabato 22 gennaio 2011

Obama nomina Immelt a capo comitato promozione crescita economica

Jeffrey Immelt, amministratore delegato della General Electric, uno del giro...

Ecco un post su GE di qualche tempo fa:

La seguente sintesi (estratta dall'articolo "He Certainly Knows How to Cut Jobs…" dell'autorevole testata online Dow Jones Newswires) pare essere un ricorrente riferimento per molti blog americani e annesse discussioni:
"... Immelt runs a big company, but he has shown more skill at cutting jobs, frankly, than creating. GE finished 2009 with 18,000 fewer US workers than it had at the end of 2008, and US headcount is down 31,000 since Immelt's first full year in 2002. During his tenure, GE workers based in the US as a percentage of total employees has fallen to 44% from 52%... "

Un commentatore dell'articolo targato Marketwatch (link sopra riportato) aggiunge:
"... And this is the guy that is picked? Can we say 'payback' for all that help in getting elected???"

venerdì 21 gennaio 2011

Silvio & Bossi: le tragi-comiche

Dopo il racconto della escort Nadia Macrì ad Annozero sul trombeur de femmes nazionale (6 o 7 di fila, una ogni 5 minuti, al grido «avanti un'altra»)...
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> Tragi-comica # 1:
Umberto dice a Silvio: «Silvio sei stanco. Vatti a riposare da qualche parte, che ci pensiamo noi...»
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/211001
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> Tragi-comica # 2 ovvero la 'pompetta peniena':
Per gli emuli di Silvio, suoi coetanei e non, costi quel che costi, c'è una soluzione quasi-magica: la 'pompetta peniena':
http://www.medicitalia.it/minforma/Andrologia/674/La-protesi-peniena-una-soluzione-anche-ai-casi-piu-gravi-di-difficolta-di-erezione
... Anche se resta da risolvere l'altro problema: quello di procurare la 'materia prima'...

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Qualche altro articolo sul tema (recentissimo il primo, del 2009 il secondo ma quanto mai attuale, visto che Silvio è Silvio da quel dì...):
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giovedì 20 gennaio 2011

Nell'Harem di Berlusconi...

... anche qualche troia della peggior specie...
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Come la brasiliana mostrata stasera ad Annozero, mentre armeggiava attorno al suo SUV...
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La quale, tra parole di elogio per Silvio benefattore, ha aggredito la reporter con epiteti e invettive irripetibili, tipiche di certe (ma nemmeno molte) battone di strada...
Forse ha colto l'occasione per dare un buon esempio, direttamente dalla sua viva voce, ai figli che l'aspettavano in macchina...
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L'ennesimo scivolone, caro Silvio, a livello di angiporto dei più malfamati...
Bella 'mercanzia' ti sei portato in casa!
Quando ti accorgi di quello che realmente sono, te le vorresti scrollare di dosso, ma non è operazione delle più facili...

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P.S. Dev'essere quella che Emilio Fede bolla come "molto pericolosa" in una conversazione telefonica intercettata...
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mercoledì 19 gennaio 2011

L’Italia dell’acqua

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Un decreto (il n° 135 del 25 settembre 2009, meglio conosciuto come “decreto Ronchi”), convertito in legge nel novembre 2009, che apre le porte all’imprenditoria privata nella gestione del servizio idrico, in regime di libera concorrenza e gare pubbliche (art. 15)…
> http://www.politichecomunitarie.it/comunicazione/16945/il-decreto-ronchi-e-legge
> http://www.ambientediritto.it/Legislazione/VARIE/2009/dl_2009_n.135.htm
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Due referendum abrogativi in primavera, volti a contrastare l’accelerazione di questa tendenza…
http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_content&view=article&id=134:i-quesiti-referendari&catid=34:quesiti&Itemid=53
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Da fine marzo prossimo (fra poco più di due 2 mesi), sono definitivamente soppresse le Autorità d’Ambito, un tutt’uno con gli A.T.O. (Ambiti Territoriali Ottimali) del Servizio Idrico Integrato, istituiti a suo tempo con la “legge Galli” (la n° 36 del 1994) e riconfermati nel più recente decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, il tutto come stabilito nella Finanziaria 2010…
http://www.camera.it/parlam/leggi/10042l.htm (art. 1, comma 1-quinquies)
Una corsa contro il tempo (e impreparazione) da parte delle regioni per surrogarne le funzioni, “nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza”, recita la stessa Finanziaria, che prevede l’emanazione di leggi regionali ad hoc per quella data…
Non che le Autorità d’Ambito abbiano mai brillato per organizzazione, scelte e risultati, ma ora sembra subentrare qualcosa di ancor più caotico.
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Molta ‘carne al fuoco’ e tanta approssimazione, come sempre: siamo in Italia…
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Con qualche paletto fisso e certo: le tariffe sempre più salate e i soldi in tasca agli utenti in… esaurimento…
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martedì 18 gennaio 2011

Silvio: ora si teme la crisi…

… d'astinenza
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«Con tutto il can can, le telecamere e i riflettori puntati 24 h su 24, ora il casino è fare entrare le ragazze in villa…»
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Brutta bestia la crisi d'astinenza: si può finire fuori di testa... specie chi è abituato a non farsene mancare...
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Qualcuno provveda: è un’emergenza nazionale!
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domenica 16 gennaio 2011

Il 2011 (visto da LEAP Europe 2020): l’anno peggiore dall’inizio della crisi…

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GEAB N° 51 (15 janvier 2011)
http://www.leap2020.eu/GEAB-N-51-est-disponible-Crise-systemique-globale-2011-L-annee-impitoyable-a-la-croisee-des-trois-chemins-du-chaos_a5769.html

L’Histoire est généralement «bonne fille» (= clemente). Elle donne souvent un coup de semonce (= colpo di avvertimento) avant de balayer le passé (spazzar via il passato) . Cette fois-ci, elle a donné le coup de semonce en 2008. Nous estimons qu’en 2011, elle donnera le coup de balai (= colpo di granata)
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Tunisia, paese islamico moderato…

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In realtà un paese in preda al dispotismo, alla corruzione e al malgoverno, linfa vitale per un estremismo religioso che cova ovunque sotto la cenere…
Parvenza di un credibile governo di transizione: molto difficile crederlo, visto che il regime ha fatto il vuoto degli oppositori degni di questo appellativo. Forse è in atto un tentativo di formazione di un governo ibrido, fatto di vecchi seguaci di Ben Ali e di quella che era l'opposizione 'fantoccio' di regime.
E’ in corso una non ben definita resa dei conti, una grossolana epurazione, sotto l’imperversare delle bande armate e dei saccheggi...
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L’Italia è un ‘vicino di casa’ della Tunisia (70 Km da Pantelleria) e ne condivide il cronico, pluri-decennale malgoverno e la inarrestabile corruzione.
Qui non c’è il rischio del fondamentalismo islamico di massa, ma abbiamo ben altre 'grane', fors’anche più esplosive: l’incontenibile e inarrestabile debito pubblico, figlio del malgoverno e della corruzione, ad esempio, così come altri segnali estremi, più o meno eclatanti, più o meno latenti...
Una crisi economica dilagante e incontrastata rischia di fare il resto dell'opera…
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Una catena di Paesi-polveriera, con inneschi già attivati, di là e di qua del Mediterraneo...
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venerdì 14 gennaio 2011

Silvio: l'impedimento (non tanto) legittimo e le Ruby-marchette

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«Mi a
spettavo francamente che dopo la sentenza della Corte (sul legittimo impedimento, ndr), per ricominciare, attendessero almeno una settimana. Invece i pm di Milano non hanno resistito e la sera stessa mi hanno mandato il loro biglietto di auguri per il nuovo anno...».

Caro Silvio,
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Capita con le prestazioni in nero: paghi e poi ti ritrovi, tuo malgrado, costretto alle vie legali e, magari, a dover riconoscere... le marchette...

Eppoi è risaputo: i guai non arrivano mai soli...

Settimane di passione e di... tormento mediatico ci aspettano...
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Marchionne, grande manager...


Brutta rappresentazione per un grande manager.
Una rappresentazione a cui forse nessuno avrebbe voluto arrivare, forse nemmeno i 'duri' della FIOM...

Grande, anzi grandissimo manager se misurato in base agli emolumenti che percepisce, quello certamente si...

Battistrada verso il 'nuovo modello di fabbrica alla cinese' anche...

Gravissimi dubbi che si tratti di un manager illuminato...
Piuttosto un capo 'vecchio stampo' che fa del motto 'Divide et Impera' il fulcro della sua strategia...
... Lui che si è inventato ed ha imposto un referendum assurdo e 'di comodo', mettendo tutti in grave difficoltà, con le spalle al muro, gli uni contro gli altri...
... Un referendum che non spalancherà certo le porte a chissà quale brillante futuro per FIAT, indipendentemente dal risultato (vittoria del SI al 54%, si legge)...


Volantino della FIOM

sabato 8 gennaio 2011

Vertenza Fiat: la lettera aperta di 46 economisti italiani

Analisi critica della strategia 'FIAT-Marchionne' e suggerimenti correttivi
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http://www.rassegna.it/articoli/2011/01/07/70137/fiat-produrre-e-lavorare-meglio-con-democrazia
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Un'analisi chiara, comprensibile e condivisibile, tale anche per i profani.
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Purtroppo un'analisi ostile al refrattario connubio tra una rigida organizzazione padronale d'altri tempi, da economia chiusa (e a lungo assistita), evidentemente ben radicata in casa FIAT, e una rudimentale strategia di risposta alla globalizzazione, elaborata (ahinoi) dagli stessi cervelli, sulla base di quegli stessi miopi presupposti organizzativi, oggi più congeniali e più 'proficuamente' applicabili in paesi emergenti come la Cina...
Un'organizzazione aziendale e una strategia che paiono condizionarsi a vicenda, in una sorta di avvitamento (e peggioramento) a spirale...
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giovedì 6 gennaio 2011

Ministri delle finanze in vena di ammissioni e di 'buoni' propositi per il 2011

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USA, Geithner chiede al Congresso aumento tetto debito e di agire presto...
> http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE7050BW20110106
>http://www.ilgiornale.it/esteri/esplode_debito_pubblico_stati_uniti_governo_allarme_rischiamo_default/timothy_geithner-tesoro_usa-debito-stati_uniti/06-01-2011/articolo-id=497936-page=0-comments=1
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Tremonti: la crisi non è finita, anzi siamo al punto di partenza...
http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE7050CN20110106
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I 'buoni' propositi? Sfondare l'attuale tetto d'indebitamento l'uno, emettere bond europei l'altro: se non è zuppa è pan bagnato... Ma il nostro ministro è più scaltro: sa che, tra i Paesi dell'Eurozona del Nord, ce ne sono di virtuosi (*), buoni per fare da garanti ai PIIGS... Bisogna vedere se riesce a convincerli...
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(*) Il realtà non molti, per non dire ben pochi...
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