A26: Aspi, positive verifiche con prove di carico dei viadotti
Se la verifica di un viadotto si esaurisce con un test di carico così come riportato dai giornali, questo non basta per concludere che la struttura è integra e quindi sicura.
Infatti i punti critici, a parte gli stralli per il ponte Morandi, si rivelano essere frequentemente (anche se non sempre) localizzati in corrispondenza degli incastri ai piloni nel caso di impalcati iperstatici o a sbalzo e in corrispondenza degli appoggi sui piloni per gli impalcati isostatici, e comunque in corrispondenza dei giunti...
> https://www.youtube.com/watch?v=aZqp9zrXfkg
> https://www.youtube.com/watch?v=7ln05DWF7V4
(quando non sono gli stessi piloni o le loro fondazioni a cedere...
https://www.youtube.com/watch?v=OtqtJ_Maopw)
Anche se i registrati livelli di abbassamento dell'impalcato (le cosiddette frecce) sono analoghi a quelli misurati durante il collaudo originario con analogo ritorno elastico allo stato indeformato a carichi rimossi, il test non è risolutivo nella determinazione del reale stato di conservazione/degrado dei punti singolari di cui sopra.
Può essere addirittura azzardato eseguirlo, per le possibili conseguenze in fatto di tenuta e quindi di sicurezza dell'intera struttura, se tali punti (in realtà porzioni strutturali estese ed importanti) non sono prima adeguatamente verificati e sottoposti ai necessari interventi di manutenzione straordinaria per riportarli alle iniziali condizioni di resistenza e reazione attiva ai carichi statici e dinamici agenti sul viadotto. Il coefficiente (o margine) di sicurezza, così come imposto dalla norma, dev'essere comunque sempre rispettato...
Aggiornamento del 12 dicembre 2019
La foto mostra un caso opposto ossia la trave di un ponte degradata inferiormente in mezzeria (laddove i ferri di armatura longitudinali, visibilmente corrosi, sono sollecitati da carico di trazione).
Trattasi di
un ponte di strada provinciale a luce limitata e altezza, dal greto del torrente parzialmente asciutto, di appena 3 metri.
Il ponte è
stato sottoposto a test di carico con esito positivo nei giorni scorsi.
Ma c’è da
chiedersi perché non sia stato fatto per tempo un intervento conservativo,
anche soltanto tampone, consistente nella rimozione del calcestruzzo
deteriorato e nel trattamento anti-corrosivo dei ferri d’armatura. Un
intervento minimale, fattibile con ricorso ad un semplice trabatello, anche
utile per un miglior controllo visivo dello stato di conservazione/deterioramento
dell’armatura e dal costo contenuto, in previsione di un intervento di
risanamento integrale e definitivo della struttura. Questo magari prima di dare corso ad un test di carico sulla
scorta dell’originario collaudo…
Nessun commento:
Posta un commento