martedì 16 settembre 2008

Crisis beyond the large financial companies / Crisi ben oltre le grandi società finanziarie

(English version is being prepared)
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Quello che mi sorprende è quanto accade al di là dei puri istituti finanziari (forse sarebbe più corretto dire impuri). Per intenderci oltre Lehman Brothers, Merril Lynch, Citigroup, AIG, Goldman Sachs, Morgan Stanley, UBS, ecc., ecc. (il cui recente o annunciato collasso già basta e avanza per provocare una crisi sistemica dagli effetti e scenari mai pensati né tanto meno vissuti prima d’ora).
In questi giorni mi ha colpito l’andamento pesantemente negativo di General Electric, primaria multinazionale attiva a livello mondiale nei settori energetico e industriale (si potrebbe dire ben di più ma il nome è per tutti una formidabile sintesi della realtà che rappresenta per cui non occorre aggiungere altro).
Il relativo grafico presenta un andamento simile a quello di certe finanziarie sopra menzionate (ovviamente non quelle già defunte e forse nemmeno quelle messe peggio…), con perdite di valore del titolo secche anche dell’ordine del 10% in una sola giornata.
Oggi stesso (16 settembre 2008), all’apertura di Wall Street, perdeva di botto un altro 10% per poi recuperare l’intera %ale, come gli altri titoli finanziari critici, nel giro di poco. Si è ben capito (e poi avuto conferma) dell’intervento delle solite mani forti (forti per quanto ancora?).
Non comprendendo la ragione di un tale andamento, ho cercato risposte e mi sono imbattuto nella seguente spiegazione a commento della giornata borsistica del 15 settembre a Wall Street (fonte Websim):
Ha ceduto parecchio terreno anche General Electric (-8%): il conglomerato, presente in decine di settori industriali, ha diversificato negli ultimi anni nel segmento della finanza e si temono contraccolpi
Conferma di ciò si ha anche da altre fonti (ad esempio www.marketwatch.com).
Ogni commento appare superfluo.
C’è solo da chiedersi fin dove sprofonderemo con quello che è stato un folle dilagare della finanza demente e con l’inevitabile dirompente effetto domino che ne deriverà…
Tanto per non parlare solo di entità come GE (solo apparentemente) a noi lontane, si nota un andamento stranamente simile anche per taluni titoli del comparto energetico/utilities quotati a Milano…
(Riflessioni del 16 settembre 2008 - ore 21.50)

mercoledì 10 settembre 2008

The economic crisis does not exist according to the Italian Tax Administration / Per la legge fiscale italiana la crisi economica non esiste

(English version below)
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Aumentano le sofferenze anche nel mondo del lavoro autonomo, in difficoltà per via della crisi economica crescente. La difficoltà, per molti artigiani e commercianti, è duplice: non solo devono ingoiare il rospo della contrazione del loro volume di affari e quindi dei loro redditi ma devono sudare sette camicie per dimostrarlo (ammesso che ci riescano) all’Agenzia delle Entrate.
Ci sono di mezzo i famigerati “Studi di settore”. Sta di fatto che, per coloro che non intendono riconoscere all’Erario niente di più del dovuto, si prospetta la strada incerta del ricorso. Ma il ricorso non li solleva dalla preventiva anticipazione di una quota rilevante (pari al 50%) di extra-imposta che, secondo specifiche ed oggettive valutazioni, non è dovuta…
Siccome il riferimento non è a tutta quella gente che gira col SUV da 50000 € o con il super-yacht ma a cittadini che guadagnano da vivere per sé e famiglia, con una media cilindrata al massimo (spesso strumento di lavoro) e nemmeno un gozzo a mare, c’è il rischio reale che ciò produca un incrudimento e un'accelerazione della crisi. Un po’ come spremere le galline perché facciano più uova o, come taluno dice estremizzando, sparare sulla Croce Rossa per… velocizzare le operazioni di soccorso…
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Troubles are increasing also through the self-employment world, due to the rising economic crisis. Many craftsmen and traders have a double difficulty: as they must support decreasing business and income, they also have a hard job to demonstrate it to the Tax Office. This depends on the notorious “Sector Studies” which give an “a priori” minimum tax value to be paid. As a result, those people who are determined to pay the due amount and nothing more, must apply for a claim: quite an uncertain and long way which doesn’t relieve them of the duty to pay in advance a 50% of the extra-tax (which is not due according to specific computations).
No reference to those people who drive expensive SUV or those who sail super-yachts. Middle class citizens are involved. People who make their living, who drive ordinary cars (often functional to their job), with no boat to sail. So, a real risk to worsen the crisis is induced. Something like squeezing hens to get more eggs or, as someone says, shooting at the Red Cross…to speed up the rescue mission…
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lunedì 1 settembre 2008

Europe 2020 & Gran Casinò II - Europe 2020 & Grand Casino II

(English version below)
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Rileggendo più attentamente il bollettino n° 26 (l'ultimo, in attesa del prossimo di metà settembre), mi pare di recepire due ulteriori concetti:
1) Gli Analisti di Europe 2020 sono coscienti che l’aumento dei tassi USA, da loro ritenuto necessario per salvare il $, provocherebbe una serie di eventi drammatici: l’arresto in poche settimane dell’economia reale e finanziaria americana, il crollo del mercato immobiliare con impennata degli interessi sui mutui a tasso variabile, un decremento dei consumi, la crescita esponenziale dei fallimenti di imprese, il collasso di Wall Street sotto il peso dei debiti e dell’implosione del mercato dei CDS…;
2) Proprio per la gravità delle conseguenze che ne deriverebbero, probabilmente (nella versione in inglese) / senza alcun dubbio (nella versione in francese del bollettino) inaccettabili per le autorità americane, gli Analisti di Europe 2020 ritengono che le stesse autorità non faranno niente…

La partita appare più che mai aperta e… fluida…

(Riflessioni del 31 agosto 2008)

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I have read the GEAB n° 26 (the latest available) again and caught two further concepts:
1) Europe 2020 Analysts are aware that a significant rise in the US interest rates, which they consider compulsory to rescue the $, would induce a set of dramatic events: the US economy (both real and financial) would stop dead a few weeks after; the real estate market would fall to zero by lack of affordable credit and as a result of soaring interests on adjustable rate mortgage loans; consumption would become negative, corporate failures would multiply exponentially, Wall Street would collapse under the burden of innumerable debts and the implosion of the CDS market…;
2) Due to these extremely serious consequences, probably (English version) / without any doubt (French version of the bulletin) unacceptable by the US Authorities, in the Analysts’opinion, they won’t be able to do anything (English version) / they will do nothing (French version)…
The game is going on …in a quite fluid evolution …

mercoledì 27 agosto 2008

Alitalia and the Monopolists'Club / L'Alitalia e il Club dei Monopolisti

(English version below)
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Monopolisti nei più disparati settori: bancario, autostrade, distribuzione carburanti per autotrazione, telefonia di ieri e di oggi, ecc.
Monopolisti non per Grazia ricevuta ma per precisa e interessata volontà politica, e per niente in linea con la normativa nazionale e comunitaria…
Sintetica riflessione al riguardo: anche i cani saprebbero cavar fuori profitto (ma sarebbe più appropriato dire spolpare e mangiare) in regime di concorrenza soppressa …
Ora sono chiamati a “gestire” la “Nuova Alitalia”... Lo hanno battezzato “Piano Fenice”…
Stiamo a vedere che ci combinano con i loro amici politici, di ieri e di oggi.
(Riflessioni del 27 agosto 2008)
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They are top managers in disparate sectors: banks, pay-toll highways, fuel distribution, telephony, etc.
Each of them operates in a monopolistic context, not by the Grace of God but thanks to definite political wills, in spite of both national and European laws.
Quick remark: even a dog could be able to “take profit” by bleeding its customers/victims in such an exclusive condition…
Now they are called to manage "New Alitalia". The business plan has been named “Phoenix”. They will show us what they are able to do, with their previous and present political friends.
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lunedì 18 agosto 2008

Europe 2020 & Gran Casinò - Europe 2020 & Grand Casino

(English version below)
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Il recupero in atto del $ sull’€ (e altre cartamonete) potrebbe avere una qualche spiegazione logica (si fa per dire), magari di breve o brevissimo respiro.
Gli Analisti di Europe 2020 (ma non solo loro) prevedono il $ a 1,75 contro l’€ entro la fine di quest’anno. E questo non spiega un bel niente, anzi…
Al tempo stesso considerano fondamentale, per limitare la durata e l’ampiezza della crisi sistemica globale, l’aumento senza indugio dei tassi di interesse negli USA (unitamente ad altre azioni strategiche che suggeriscono alle banche centrali, ai governi e alle istituzioni di controllo). Secondo loro, tutte le pressioni esterne possibili (da parte della BCE, delle banche centrali asiatiche, ecc.) sulla FED dovrebbero essere finalizzate a questo obiettivo, al punto da indurre gli USA a mettere in pratica quella che finora è stata una loro mera e poco convinta espressione d’intenti (circa un $ "forte"...).
Mettiamo, per un momento, che Europe 2020 abbia ragione riguardo alla necessità inderogabile dell’aumento dei tassi USA (personalmente, in questo Gran Casino e in quello che dovrebbe essere un ormai inevitabile tracollo finanziario ed economico con innesco negli USA, non sono in grado di valutare). Mettiamo poi che l’opinione sia condivisa “colà dove si puote ciò che si vuole” e che sia perseguito l’obiettivo. Quale può essere un effetto dell’ipotesi di aumento dei tassi? L’apprezzamento del $, magari ancor prima che i tassi si muovano effettivamente. Ovviamente in contrasto con la previsione di 1,75 ($/€) a fine anno… e in barba al collasso della finanza e dell'economia americana oltre che globale...

Non nascondo che tutto questo puzza troppo di ragionamento, peraltro condito di contraddizioni altrui (o quanto meno tali mi sembrano)….
(Riflessioni del 17 agosto 2008)
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The present US $ recovery against Euro and other currencies could have a logic (!?) motivation.
Europe 2020 Team Analysts (but not only them) foresee a $ “down” to 1.75 against the Euro at the end of current 2008. But this doesn’t explain anything at all, on the contrary …
In the meantime, their advice in order to limit the global systemic crisis both in duration and intensity is the following: the Fed ought to raise significantly the US interest rates with no delay (together with other strategic actions in charge of central banks, governments and control institutions). According to them, all the possible external pressures ought to be done (by the ECB, the Asian Central Banks, etc) in order to induce the Fed to this way, to put into practice some recent declarations about a strong dollar (just beyond the mere and unconvincing declarations).
Let’s suppose that Europe 2020’s analysis is correct (personally, due to this Grand Casino and to the expected financial and economic collapse, I’m not able to evaluate and judge). Then let’s suppose that Europe 2020’s point of view is shared by “those who can what they want”. Then let’s suppose the US interest rates raising becomes their actual target. Which could be a consequence of such a target? The US $ recovery, even before the interest rates have really moved up. Quite clearly in spite of currency expectations for the end of this year (1.75$ =1 €)…
On my part, I can’t pretend such a way of thinking doesn’t smell, seasoned with something which sounds like a contradiction…

giovedì 14 agosto 2008

Al di là della Borsa ... Beyond the Stock Exchange...

(English version not available at the moment)
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Dall'articolo di Maurizio Blondet "Siamo un modello di secolarizzazione" del 14 agosto 2008 (Giornale Online "EFFEDIEFFE"):

"... La nuova religione ha le sue liturgie. Ogni radio ci impone, ogni mezz’ora, la litania dei listini di Borsa, che salgono e scendono... come faceva il canto gregoriano... Nè la nuova religione con spiritualità-zero è più benevola della vecchia e vera, anzi esige i suoi sacrifici umani, sempre più. Ogni anno 4 mila morti in Italia per incidenti stradali, ed anche questo numero è in crescita trionfale, effetto della stupidità generale, della smemoratezza, della fuga dalle «regole» alla ricerca della propria felicità privata, e nessuno fiata. Al più si propongono guard-rail più tosti, non più intelligenza, coscienza e senso della responsabilità, e meno telefonini al volante. Il traffico privato fa 40 mila morti in Europa ogni anno: una guerra. Ma se fosse la guerra, quei morti parrebbero intollerabili, folle di mamme in nero scenderebbero in piazza per fermare l’inutile strage; non si ammette che la patria chieda la vita ai giovani (la patria, come l’onore e la dignità, come la solidarietà di nazione e la gratuità, non sono entità economiche), ma si accetta che la esiga la discoteca, la cocaina, l’auto, la corsa di piacere, la «educazione» impartita dalla pubblicità. I morti in guerra sono un dolore pubblico, un tempo esigevano monumenti in ogni paese, perchè la loro memoria non sparisse dalla coscienza comune; i giovani morti in scontri frontali sono dolori privati, di cui la società non ha bisogno di occuparsi, colpiscono una famiglia qui e una là: ecco un’altra vincente privatizzazione..."
No comment

lunedì 11 agosto 2008

Dominating variable (of the moment) / Variabile dominante (del momento)

(English version below)
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Si stanno susseguendo fasi repentine, con la finanza e l’economia globali manipolate (ma, ahinoi, anche l’economia reale) che appaiono influenzate da variabili dominanti via via diverse. Pare appena interrotta, quanto meno temporaneamente, la fase di crescita incontrollata del costo delle materie prime, petrolio in testa, con innesco di una brutale spirale inflattiva, ed ecco che ora si affacciano gli effetti, di segno contrario, tipici della variabile recessione: cala il prezzo del petrolio rispetto ai massimi (nuovi e vecchi conflitti e tensioni permettendo) e delle altre materie prime, dell’oro e altri metalli preziosi o rari. Recupera il dollaro, con l’euro in affanno anche per via della crisi economica in Europa, più grave del previsto… Unica eccezione: la reazione (rimbalzo, rimbalzino?) delle borse che con la recessione non dovrebbero andare d’accordo…Ma, è risaputo, sbaglia chi crede di assoggettare le borse al "ragionamento razionale" (su questa faccenda gli ingegneri spesso si mettono fuori gioco con le loro stesse mani), specie nei trend di breve e/o speculativi.
Il tutto con buona soddisfazione della speculazione dominante che, saltando da una cavalcatura all’altra, con repentine deviazioni ed inversioni di percorso, lascia al suo seguito una lunga scìa di …polli spennati.
Eppure i fondamentali (d’argilla) economico-finanziari oltre che politici, con le relative proiezioni temporali sono quelli che sono e non possono modificarsi così, da un giorno all’altro…
Forse quello a cui assistiamo, con frequenza quasi settimanale, è un’alternarsi di perturbazioni di secondo ordine rispetto ad una tendenza di fondo che non cambia più di tanto ma che è resa meno visibile dalle più appariscenti oscillazioni di breve periodo…
(Riflessioni del 10 agosto 2008)
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Sudden phases follow one another, with global finance and economy (the real one as well) manipulated and, in the meanwhile, influenced by dominating variables ever-changing, in a quick sequence. The phase of uncontrolled increase of the commodity quotations (oil at the top) inducing a brutal inflationary spiral, seems just interrupted, at least temporarily, and here are the effects of another dominating variable: recession, whose signs are typically opposite: oil quotations turn down from the maximum (until new and old conflicts and tensions allow it). The same happens for other important commodities, gold and other rare and precious metals. The US $ recovers against the other currencies; the € suffers due to the economic crisis which affects Europe, heavier than expected… With one exception: the current stocks reaction (rise or rebound, as you like), as the stocks shouldn’t enjoy recession… But, it is known, people who believe that stocks can be submitted to reasoning are wrong (engineers often put themselves offside…), notably in short term or speculative trends.
Great satisfaction among the dominating speculators: by jumping from a horse to another with sudden detours and U-turns, they leave a long wake of … plucked chickens behind.
And yet, the (clay) fundamentals both economic and financial (other than political) with their projections to the next future are as they are and cannot change in one day…
Perhaps we are watching, at a nearly weekly frequency, a sequence of second order perturbations on the basic long period trend, which doesn’t change significantly but looks less visible because of the flashing oscillations of lower period...
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