martedì 27 ottobre 2009

Effetto domino & Zavorra

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Tento di procedere nel pantano con qualche ragionamento, in base alla sintesi dei precedenti post che cerco di conservare mentalmente e a quant’altro di “sensato” leggo in giro...

VALUTE
Se è il dollaro la valuta-zavorra, a causa degli arcinoti problemi economico-finanziari degli USA, non potranno certo essere le altre valute a tenersi a galla: un affondamento del dollaro comporterebbe una tale crisi nell’export verso gli USA e negli scambi commerciali a livello mondiale, da mettere definitivamente in ginocchio le altre economie, già oggi in sensibile difficoltà… C’è quindi da temere che anche le altre valute subiranno, in buona parte, i contraccolpi del dollaro seguendone le sorti… Se così andrà, guai in vista per il potere d'acquisto della carta moneta in genere...

DEBITO PUBBLICO & PIL
Un debito pubblico come quello italiano, tanto per non parlare sempre di quelli altrui, rappresenta un’altra zavorra pazzesca. Lo vediamo in questi giorni: per sostenere l’economia reale, sia pure tardivamente e con effetti forse appena apprezzabili, occorrerebbe ridurre le imposte, ma ridurre le imposte comporta tracollo del bilancio dello Stato, già oggi disastrato, con tutte le drammatiche conseguenze che ne deriverebbero… Ma anche l’alternativa di non ridurre le imposte non avrà esito migliore: le imprese che, in numero crescente, finiscono in perdita o, peggio, sono costrette a chiudere i battenti e i lavoratori che perdono il posto, di imposte non ne pagheranno comunque più…
Quindi, minori entrate tributarie per lo Stato e conseguente crescita del debito pubblico e, contemporaneamente, contrazione del Prodotto Interno Lordo a causa della crisi economica: una bella miscela esplosiva, per di più piazzata in un vicolo cieco...
L’ulteriore impennata del rapporto tra debito pubblico italiano e PIL (con il numeratore che crescerà e il denominatore che calerà) rispetto al livello attuale, già di per sé critico (ufficialmente cresciuto in pochi mesi a 115/100), quali che siano le scelte di politica economica, si prospetta quindi una conseguenza pressoché certa, da mettere in conto per i mesi e per gli anni a venire…
E mi torna alla mente un post datato 28 giugno 2008 sul tema dell’Euro, forse per qualche verso da rivisitare, non tanto perché siano migliorate le condizioni di una nazione come la Germania, ma perché, oggi più che mai, si manifestano, in tutta la loro fragilità e vulnerabilità , quelle del BelPaese...
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(link aggiunti il 13 novembre 2009)
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giovedì 22 ottobre 2009

America's soul is lost, collapse inevitable

... And, worldwide, the consequences will be catastrophic.

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The article finally lists 15 more clues, to confirm capitalism lost its soul and the disaster will happen.
Those clues are mostly evidences, quite easy to check . But some forecasts are included too, namely # 10, 14 and 15.
As regards # 14 and 15 (“The ‘forever war’ between Western and Islamic fundamentalists will widen”and “As will environmental threats and unfunded entitlements”), quite easy to consider them a quasi-certainty, with a good dose of objectivity…
# 10 states: “Oil and energy costs will skyrocket”. The Author looks sure of it… Surely he is on the right side again, but it would be interesting to know something more about his references and reasons… (USDollar & other paper currencies collapse and/or which other events?)
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Nell’ultima parte dell’articolo, sono elencati 15 “indizi”, a conferma che il capitalismo ha perso la sua anima e che accadrà il disastro.
Si tratta in gran parte di “evidenze” facilmente riscontrabili ma anche di alcune “previsioni”.
Sono previsioni gli indizi # 10, 14 e 15.
Riguardo ai # 14 e 15 (“The ‘forever war’ between Western and Islamic fundamentalists will widen” e “As will environmental threats and unfunded entitlements”), le due previsioni sono oggettivamente delle quasi certezze, penso per tutti…
Il # 10 recita: “Oil and energy costs will skyrocket”, quindi l’autore ne appare certo… Forse anche per questa previsione c’è una quasi certezza oggettiva che si verifichi, ma sarebbe interessante conoscerne meglio i presupposti e le ragioni… (collasso del $ ed altre valute cartacee e/o quali altri eventi?)
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domenica 18 ottobre 2009

Impasse, tra artifici e realtà

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Tra le quotazioni gonfiate dei titoli azionari (alle quali corrisponderanno più perdite che utili) e l’economia reale che continua a piegarsi su se stessa…
Tra l'imperversare della grande speculazione finanziaria (mai interrotta o contrastata, anzi alimentata dall'immissione degli enormi capitali pubblici) e la caduta del commercio globale...
Tra una improbabile ripresa e la disoccupazione che cresce ogni giorno…
Tra il mondo illusorio rappresentato sui media e il susseguirsi di insolvenze, chiusure e fallimenti (con le pubbliche amministrazioni in testa alla classifica dei soggetti insolventi)...
Tra il ponte sullo Stretto e la Sicilia che frana seppellendo i suoi abitanti…
L’impasse si tocca con mano. Pare di essere dentro un’auto, paurosamente in bilico sopra una scarpata: muovesi o no? Se sì, in quale modo?
Solo gli imbolatori vanno raccontando che tutto è sotto controllo e che tutto procede secondo le loro ottimistiche previsioni, ma si tratta di personaggi che non rischiano di proprio e che sapranno come salvaguardare se stessi anche in tempi ben peggiori…
Intanto la gente, imbottita di false illusioni, si affanna e sgomita…
Anche gli analisti di Europe 2020, nel bollettino N° 38 del 15 ottobre scorso, non mi pare esprimano un quadro efficace come in passato sull'evoluzione della crisi sistemica...
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martedì 6 ottobre 2009

Caccia aperta agli "Hard Assets"

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http://www.marketwatch.com/story/gold-hits-record-high-as-dollar-slumps-2009-10-06
E’ bastata la diffusione di cattive voci sulle sorti del dollaro, peraltro non nuove, e l’aumento di un quarto di punto del tasso di sconto da parte della banca centrale australiana per dare un forte impulso alla caccia agli Hard Assets e relativi produttori.
Quanto e per quanto tempo hard si potrà valutare, caso per caso, seguendo l'evolversi della crisi e dei suoi effetti.
Il sito seguente cura le classifiche e gli indici con riferimento ai produttori, nei settori energetico, agricolo e dei metalli:
http://rve.snetglobalindexes.com/about_the_indexes.php
Ho notato che, tra gli energetici, manca StatoilHydro (una mia fissa, qualcuno penserà)…
Cambiando la logica di selezione, anche le Dividend-paying Stocks sono merce rara e ricercata. In questo periodo, per quelli come me, più facile trovar funghi… Con i bilanci societari già oggi generalmente critici, c’è da chiedersi quanto si manterranno dividend-paying certi titoli: più facile che gli azionisti siano chiamati a ripianare le perdite, se non in questo, nei futuri esercizi…
Una regola credo che almeno valga in questo periodo: diffidare di quelle società che deliberano aumenti di capitale a titolo oneroso mediante pubblica sottoscrizione o ricorrono a prestiti obbligazionari con emissione di bond...
Leggendo senza un preciso criterio e per quel poco che posso capire, mi sono soffermato un pò più a lungo sul Gruppo TOTAL:
http://www.total.com/static/en/medias/topic3687/Total_2009_en_2Q_Results_090731_pr.pdf
Il P/E corrente è quello che è anche per loro, con forti riduzioni degli utili, ma parrebbe che, almeno al momento, non siano nella necessità di battere cassa: a fine luglio 2009, hanno cancellato 24,8 milioni di azioni proprie, acquistate sul mercato nella seconda metà del 2008 (con operazioni di buy back), evidentemente per sostenere il titolo. Se non mi sbaglio, si tratta di una quantità dell’ordine dell’1% dell’intero capitale, quindi nemmeno poca cosa. Inoltre, nel corso degli anni (l’ultima volta nel febbraio 2008), hanno promosso aumenti di capitale riservati ai loro dipendenti. Questi ultimi, a fine settembre 2007, detenevano il 3,54% del totale delle azioni del Gruppo:
http://www.total.com/en/finance/employees_shareholders/capital_increase_employees/2008-capital-increase-employees_14097.htm?template=print.htm
Ma queste mie considerazioni sono molto parziali e superficiali: con il degenerare della crisi, non ci sarebbe da meravigliarsi di futuri ulteriori scossoni sugli utili e sul corso del titolo azionario, anche per questo Gruppo.
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martedì 29 settembre 2009

Se tutto va bene, niente dividendo (o quasi)

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Già in un post del 1° marzo scorso, dal titolo "Premiata Ditta Dollaro & Petrolio", avevo accennato a StatoilHydro, primaria società norvegese, di dimensione multinazionale, attiva in campo petrolifero.
Tempi di vacche magre anche per loro, come si legge sul report relativo al 2° trimestre di quest'anno (datato 4 agosto):
> utile netto trimestrale ridotto a zero (a fronte di 18.9 miliardi di corone norvegesi nel corrispondente 2° trimestre 2008);
> utile netto semestrale a 4 miliardi di corone (rispetto ai 35 del 1° semestre 2008);
> quota (semestrale) di dividendo per azione a poco più di una corona (a fronte di circa 11 corone nel 2008).
L'attuale quotazione del titolo azionario è 130 corone circa: Il rapporto Price/Earning è presto stimato... D'accordo che il dividendo si conosce a fine esercizio, ma le premesse non sono confortanti...
Ma non basta. Nel paragrafo “Financial Risk management” del report si legge: “The group's exposure towards financial counterparties is still considered to have an acceptable risk profile, but it is anticipated that the risk may increase if the financial crisis worsens. This may be somewhat reduced by the effects of national and international actions by nations and national banks”.
Viva la sincerità. Ma qualche dubbio rimane:
1) Perché un tale Gruppo, che opera in campo petrolifero, ha così tanto da temere dall’ipotesi di un peggioramento della crisi finanziaria?
2) Fa bene, un tale Gruppo, a confidare negli effetti delle iniziative di Stati e banche centrali?
Conclusione:
Il titolo di questo mio post pare la giusta sintesi del loro ultimo report trimestrale.
Ultima domanda:
Se questo Gruppo si dovesse ritenere tra quelli affidabili nel settore, come sono messi gli altri?
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giovedì 24 settembre 2009

LEAP/Europe 2020 Newsletter Extract, September 24, 2009


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Global systemic crisis: In pursuit of the impossible recovery
The slowdown in the speed of collapse of the global economy, at the origin of all the « good news », is only due to the world’s enormous public financial effort of the last twelve months. But the « time saved » using taxpayers’ money around the world should have been dedicated to redesigning the international monetary system at the heart of the current systemic crisis. Yet, besides a few cosmetic considerations and huge gifts to US and European banks, nothing serious has been undertaken, and, when it comes to the future, the « every man for himself » rule prevails.
http://www.europe2020.org/spip.php?article617&lang=fr
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Commission européenne : un bilan désastreux dix ans après la grande crise de 1999
Pour tous ceux qui s’intéressent à la fois au progrès de la démocratie et de la construction européenne, au-delà du cas Barroso, ce qui est vraiment important c’est d’analyser ce qui s’est passé au cours de la décennie qui a suivi cette crise historique de l’exécutif communautaire. Et c’est sur ce bilan, autant que sur la réaction de la Commission à la crise économique mondiale, que devraient être jugées les cinq années de la Commission Barroso.
LEAP/E2020 - Démocratisation.
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Newropeans Magazine - Dossier Spécial Berlusconi
Suivez les tribulations d'un président bling-bling, qui a réussi l'exploit de faire déplacer cet été le G8 dans les ruines de L'Aquila - pour mieux prouver que eux aussi il peut les avoir sous sa botte? Mais il ne s'agit pas ici de sexe, pire, et c'est encore moins drôle, car sous le règne de ce Premier qui a survécu à une pléthore de procédures pénales pour corruption, détournement, blanchiment , fraudes, faux en tous genres etc..., sans jamais avoir été condamné et aujourd'hui auto-amnistié (immunité légale taillée sur mesure dès son élection), ne s'est pas contenté d'installer en échange de bons et loyaux services la horde des starlettes de son empire médiatique, mais aussi de fait élire toute son armada d'avocats et de juristes qui depuis une vingtaine d'années l'escortent d'une affaire à l'autre, ses comptables, les cadres supérieurs de ses nombreuses entreprises, les journalistes, rédacteurs et directeurs éditoriaux de son empire médiatique, jusqu'à son médecin personnel...
Partenaire - Newropeans Magazine.
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