giovedì 24 dicembre 2009

L'insolvenza si diffonde tra le imprese

Purtroppo, non c'è spazio per l'ottimismo...

Wikipedia recita:
"Si definisce stato di insolvenza quella situazione in cui il debitore non riesce ad ottemperare con "regolarità" alle obbligazioni sociali. È opportuno specificare cosa si intenda per regolarità. Con questa definizione si intende l'utilizzo del denaro o dei titoli di credito come strumenti finanziari dell'imprenditore. Pertanto anche quando quest'ultimo sia in gravi difficoltà economiche, ma le banche continuano a fargli credito non potrà essere considerato insolvente. Viceversa un imprenditore che ottemperi alle obbligazioni sociali vendendo i gioielli di famiglia è considerato insolvente, in quanto tali beni non fanno parte del patrimonio sociale."

L'insolvenza è uno stato differente e ben più grave rispetto alla temporanea crisi di liquidità in quando quest'ultima può verificarsi in presenza di una solida e rassicurante situazione patrimoniale aziendale...
Lo stato di insolvenza per un'impresa è quasi sempre irreversibile e, quando formalmente riconosciuto, fatalmente degenera nel fallimento.
In un contesto economico normale, le insolvenze e i fallimenti sono fenomeni fisiologici e dolorosi ma dalle conseguenze pur sempre circoscritte.
In un contesto di crisi come quello attuale, il rischio che l'insolvenza inneschi un effetto domino è molto elevato, anzi è esattamente quello che si sta già verificando in misura sempre più accentuata.

Segnali preoccupanti arrivano da tutti i comparti: agricolo, industriale, terziario. Un esempio eclatante arriva dall'autotrasporto, anello di congiunzione di tutti i settori produttivi: imprese, anche storiche, stanno operando senza nemmeno riuscire a coprire i costi. Gli utili poi sono acqua passata. Debiti non onorati e tagli agli stipendi e agli organici sono ormai all'ordine del giorno. Una situazione che, purtroppo, non può reggere ancora per molto.
Ma il flagello dell'insolvenza non riguarda solo il mondo delle imprese. Strati sempre più vasti della popolazione sono trascinati dentro questo vortice che, ampliandosi incessantemente, insidia e trascina verso il basso anche quella che una volta era la classe media.
L'incessante drenaggio delle risorse economiche dalle tasche dei più a quelle di una ristretta élite di "privilegiati" è sotto gli occhi di tutti...
Non si tratta di essere ottimisti o pessimisti, ma di riconoscere gli accadimenti.

Solo qualche pseudo-imprenditore che opera "in regime protetto" può permettersi certe affermazioni...
Né può essere un business a base di regalini di Natale ad invertire il trend...
Anzi, non tanto per le imprese, quanto per il mondo dei consumatori finali, più questi ultimi sono indiscriminatamente sollecitati dall'alto a spendere (comprando ovviamente anche a credito), più la crisi da insolvenza tra le masse e il conseguente effetto domino si accentuano.

Al di là degli Auguri proprio non si va...
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Gli analisti di Europe 2020, già nel Bollettino N° 31 del gennaio scorso (quasi un anno fa), avevano previsto l'irruzione dell'insolvenza sullo scenario della crisi globale: crisi di solvibilità non crisi di liquidità, avevano spiegato...
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