martedì 7 giugno 2011

Il nodo (scorsoio) delle retribuzioni d’oro: un tutt’uno con la crisi

Sottotitolo: Grecia chiama Italia…

Si susseguono gli scioperi e le manifestazioni in Grecia contro il piano di austerità del Governo, condizione necessaria per ottenere gli ulteriori aiuti dall’Unione Europea…
Sono previsti nuovi tagli a stipendi e pensioni, aumento delle imposte e tasse, accorpamento degli uffici pubblici con conseguenti licenziamenti...
100.000 manifestanti in Piazza Syntagma, ad Atene, nei giorni scorsi… Una marea continua...
Il default e/o la ristrutturazione del debito pubblico del paese dietro l’angolo…

In Italia non siamo ancora alla fase esplosiva della crisi ma i guai covano sotto la cenere.
Il default del nostro paese sarebbe ben più problematico, di quelli senza scampo o possibilità di salvataggio…

Quello che risalta in queste crisi è il contrasto tra la disoccupazione dilagante, la continua erosione di stipendi e pensioni a discapito delle masse e gli emolumenti d’oro di certe classi privilegiate.
Il divario, tra chi ha uno stipendio da fame o quasi o non ce l’ha affatto perché disoccupato e chi ha introiti da favola, è semplicemente abissale. In una scala di valori, si passa da 0 (zero) a + (infinito o quasi agli occhi di chi sta in basso).
Sono i politici di alto rango, i boiardi di stato, i grandi manager pubblici e privati che godono di prebende che nemmeno lontanamente sono proporzionate al risultato che producono. Anzi, spesso sono direttamente proporzionali al danno che creano (si pensi ai top manager delle grandi banche e finanziarie che hanno originato la crisi finanziaria globale e che stanno tuttora imperversando sui mercati, più all’estero che qui da noi, a dire il vero; ma molti altri esempi si potrebbero fare, anche in casa nostra…).

Si tratta di un range molto ampio di retribuzioni, che va dalle diverse centinaia di migliaia alle decine di milioni di Euro all’anno come fossero noccioline…
Nessuno parla di mettere ordine in questa giungla di lanzichenecchi d’alto bordo…
Oltretutto, corrispettivi così sproporzionati innescano la caccia al posto da parte di orde di incompetenti super raccomandati e maniglioni che poco hanno da offrire sul fronte delle capacità personali e professionali. Personaggi che, forse, sarebbero tenuti a freno, se non proprio scoraggiati, all’idea di più ragionevoli livelli di retribuzione…
Il malcostume associato a questa incontrollata proliferazione e splafonamento delle retribuzioni verso l’alto non mancherà di produrre la sua parte di effetti catastrofici… A guardar bene, in parte già prodotti o quanto meno innescati…
Ovviamente, l’Italia dei record (negativi), tanto per non smentirsi, è nelle posizioni di testa della classifica globale anche per questo bel business

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