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Il quesito per la Procura, nell’esercizio del suo pieno e responsabile ruolo, non può che essere il seguente: “Accertare le responsabilità penali per quei 298 morti”. Dovendo essere questa la sostanza del quesito, non può essere saltato a piè pari il problema della prevenzione e trattata esclusivamente l’indagine sulle cause dei crolli strutturali.
Se il Magistrato così facesse, se ne assumerebbe la responsabilità.
Il Magistrato, riguardo alla prevenzione, avvalendosi anche di esperti qualificati, dovrà accertare:
• se esiste una normativa vigente che regolamenta la prevenzione;
• in caso affermativo, se è stata o meno applicata e rispettata;
• se esiste e non è stata applicata, in tutto o in parte, chi ne sono i responsabili.
Nel caso di normativa carente, in tutto o in parte, sarebbe moralmente utile che il Magistrato andasse oltre il limite delle sue funzioni accertando qualcosa di più:
• se la prevenzione è solo roba da imbecilli e chiaroveggenti o se è una disciplina seria e irrinunciabile, finalizzata alla salvaguardia della pubblica incolumità;
• che norme hanno sulla prevenzione e come si comportano nell’applicarle i Paesi evoluti esposti a rischio sismico.
Ragionando su queste cose, torno ancora a pensare al Vesuvio e al fatto che non esiste nessun piano di evacuazione in caso di eruzione. E penso al coro unanime di voci “che contano”: troppo complicato da mettere in pratica, tanto vale non predisporlo, nemmeno sulla carta!
Come annoverare l’Italia tra i paesi evoluti in fatto di prevenzione?
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