Oggi, più di prima, torna alla mente il legame del professore con il Club, di cui è stato membro permanente fino al 24 novembre 2011…
E qualcuno si chiede: è in atto un tentativo di salvataggio
del loro ex-membro (ex solo per formali ragioni di protocollo) e di quello che
rappresenta, in attuazione del principio di mutuo soccorso che si suppone ispiri
il Club?
Se così non è, a che cosa servirebbe una tale semi-segreta
associazione tra potenti personaggi, addirittura in grado di influenzare tanto la politica
quanto la finanza globale?
Se, al contrario, così fosse, si spiegherebbe anche l’atteggiamento, diventato
improvvisamente più conciliante, delle Agenzie
di Rating nei confronti di quei Paesi dell’Eurozona del Sud (Italia,
Spagna, Portogallo) il cui default a catena produrrebbe danni diretti ed innesco di ulteriori disastri gravissimi, forse irreparabili, un po’ per tutti. Giudizio
più severo su Grecia e Irlanda,
valutate in peggiori condizioni dalle stesse Agenzie ma, evidentemente, non tali
da mettere l’ansia da default con
annesso, incontrollabile effetto domino…
Se questo dubbio è fondato, siamo di fronte ad un ampliamento
del tavolo verde con l’ingresso di altri giocatori d’azzardo. Bisogna vedere se
tutti questi gamblers riusciranno ad
avere la meglio sul resto dei giocatori che contano, se riusciranno a trasmettere
le loro molto soggettive ‘convinzioni’, il che non vuol dire ragionare su come
realmente stanno le cose né su come potranno realisticamente evolvere…
Ovviamente, in un mondo finanziario preso com'è, tutto è possibile e lecito (si fa per dire).
Se l’operazione riuscirà altro non produrrà che l’ennesimo rinvio
nel tempo dell’esplosione di certi bubboni di natura finanziaria…
> http://porcilesilvano.blogspot.it/2012/04/how-to-handle-economic-implosion.html> http://porcilesilvano.blogspot.it/2012/05/lincombente-catastrofe-globale-dei.html
(due fra i tanti post sul tema).
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Un ragionamento a parte merita la crisi economica: ormai da tempo irrimediabilmente innescata, per di più continuamente alimentata da quella finanziaria, dalle scellerate manovre e dall'inerzia di governo, viaggia ormai incontrastata, di moto proprio... Una crisi ormai in grado di auto-alimentarsi, non certo destinata ad auto-estinguersi...
Nel 'circoscritto' contesto nazionale, un disastro generalizzato e da tempo annunciato, ormai incontrollabile, si materializzerà con la imminente esplosione di tutte quelle bombe, mai disinnescate, semmai lasciate ingigantire con il passar del tempo, rappresentate dalle drammatiche crisi di imprese e aziende disseminate in tutto il Paese. Le micce sono ormai troppo corte: non c'è più spazio per le manipolazioni, le dissertazioni e i rinvii... Le deflagrazioni, imminenti e concomitanti, si faranno sentire eccome, e lasceranno il segno. E che segno... Non c'è bisogno di essere dei maghi-veggenti per prevederlo: basta un po' di attenzione e sensibilità, solo un pizzico sopra la media (una soglia che, complice l'informazione 'di regime', è tenuta assai bassa)...
> http://www.cisl.it/sito-industria.nsf/3a09fb45b5088041c12576ba0034a6fe/d4496285d0724f61c1257731003ea3a8/$FILE/Crisi%20Aziendali.pdf
Un freddo elenco lungo 17 pagine, senza data ma sicuramente recente, incompleto più passa giorno, nel quale si perdono di vista le dimensioni e la drammaticità delle singole crisi, come quelle, di eccezionale portata, che colpiscono le grandi aziende industriali della regione Sardegna (inclusa la Carbosulcis che non è in elenco), della regione Sicilia (con la ex-FIAT di Termini Imerese e non solo) e altre regioni con situazioni non meno gravi che sarebbe lungo anche solo riassumere...
>http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/08/17/news/la_lista_nera_della_crisi_500_aziende_in_difficolt-41060184/
> http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/06/23/news/crisi-per-1700-aziende-resta-solo-la-cig-1.5302478
500 aziende in crisi nel solo Piemonte; 1700 nella sola Sardegna...
Tutti consuntivi che sicuramente trascurano le analoghe drammatiche sorti che colpiscono le imprese medio-piccole...
E, come già accennato, non si tratta di numeri statici ma in crescita incessante...
Difficile fare un quadro completo ed esaustivo della reale portata del disastro, discernendo tra aziende fallite, chiuse o in grave e crescente difficoltà... Forse più facile stimarne le conseguenze nel loro complesso... 'Un crescendo catastrofico' potrebbe essere un ponderato giudizio, altro che fine della crisi, come vanno raccontando taluni...