domenica 24 febbraio 2013
Ho un amico che ha un cavallo da tiro...
... Un bel cavallo che cura come fosse un figlio. E il cavallo che si comporta di conseguenza nei suoi confronti.
Ovviamente ha anche una stalla e un piccolo appezzamento di terreno.
Non lo fa lavorare perché non ve n'è ragione e tanto meno le condizioni dei tempi che furono...
Lo tiene per pura passione. Una passione che ha da vecchia data e che ora coltiva da pensionato senza altro pretendere, con un costo di mantenimento non trascurabile da sopportare.
Una passione alquanto strana, qualcuno dirà. Vero, ma non è l'unico, anche se non sono in molti. Quanti basta, però, per ritrovarli d'estate alle feste patronali, con i loro cavalli bardati a festa, a tirate il carro con la statua della Madonna o di San Rocco in processione: quattro cavalli da tiro con in testa quello più docile e di facile comando.
Ho sentito questo mio amico parlare al suo cavallo, giusto in testa alla serie dei quattro: gli ho sentito dire due sole parole: "ferma" e "vanni" ("fermati" e "vai", in genovese) e il cavallo fermarsi o muoversi...
Forse ci rimediano una mangiata e il rimborso delle spese dell'autocarro per il loro trasporto quando la distanza da coprire, dalle stalle al paese in festa, è un pò eccessiva.
Ora deve renderne conto al Fisco, visto che avere il cavallo, per il Fisco, è un lusso...
> http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/02/22/APcrVjoE-redditometro_sfuggire_macello.shtml
> http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-02-20/rischio-26mila-capi-abbandonati-064359.shtml?uuid=AbFaY5VH
Tutto abbastanza chiaro del perché di questo gran parlare di carne di cavallo...
A questo punto ci sarebbe una battuta da fare, non poco sarcastica e non poco stonata, ed anche prematura... Siccome qualcuno lo penserà, suonerebbe come una omissione il non farla: il vero grosso guaio si avrà quando non ci sarà più carne di cavallo da mangiare, perché vorrà dire che, a quel punto, ci saremo 'giocati' e 'mangiati' tutto (o quasi)...
Tornando al tema dei cavalli da tiro e dintorni, alle processioni ci sono anche i portatori di "Cristi", i "cristezanti" in dialetto genovese: un'altra passione di quelle... tipiche liguri...
Un'usanza che risale a 5 secoli fa, che si va perdendo ma, al tempo stesso, dura a morire.
[Molti siti che ne parlano e immagini si trovano cliccando le parole chiave 'crocifissi liguri' su Google o altro motore]
I Crocifissi sono pesantissimi, possono superare anche i 170 Kg. Difficile per i "portuei" reggerli in "crocco", tenerli in equilibrio e camminarci magari a passo di... musica (quella della banda, sempre presente alle processioni). Difficile per gli 'stramuei" sollevarli sulle braccia per passarli da un "portou" all'altro.
Normalmente questi Crocifissi appartengono alle confraternite. Raramente capita che siano di privati con la passione coltivata agli eccessi...
Il Fisco non li ha ancora adocchiati...
Ma, di questo passo, non è escluso che anche Cristo in Croce e i suoi "cristezanti" possano finire nel mirino...
"Un tempo pagavano per portare i Cristi", potrebbe obiettare qualche bene informato a caccia di evasori...
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