venerdì 5 giugno 2015

Lettera ad una primaria banca svizzera...

... da parte di alcuni cittadini italiani, riguardo alla non tanto voluntary disclusure...

                                                                                                                                          Spett. Banca ...
... (omissis)

     In merito agli adempimenti fiscali da perfezionare in Italia in relazione alla imminente entrata in vigore della nuova normativa bilaterale in materia fiscale, adempimenti che codesto spettabile istituto si è così ‘diligentemente’ premurato di sollecitare (via telefono, da parte di tale ......., persona a noi del tutto sconosciuta), i sottoscritti, pur coscienti che trattasi di considerazioni pressoché irrilevanti per codesta spettabile banca, intendono comunque esternare quanto segue:
  • I valori finanziari dagli stessi depositati da ormai molti anni presso codesto Istituto provengono esclusivamente da loro lavoro dipendente (ivi inclusi Trattamenti di Fine Rapporto di lavoro) e, in quanto tali, abbondantemente tassati e tartassati in precedenza in Italia;
  • Un impulso a procedere con il trasferimento degli stessi ci giunse in conseguenza del ‘prelievo forzato’ (giusto per non definirlo furto) su conti e depositi messo in atto in Italia dal Governo Amato (*) mediante decreto d'urgenza dell'11 luglio 1992 con effetto retroattivo riferito alla mezzanotte del 9 luglio;
  • Detti valori risultano complessivamente di modesta entità, oggi appena sufficienti per l’acquisto di un box o poco più, non certo di un appartamento degno di questo nome;
  • Ma non bastano certo queste ragioni per vederli esentati dal rispetto della nuova normativa fiscale bilaterale in dirittura d’arrivo e quindi dall'imposta-balzello italiana IVAFE, che prescinde dal loro rendimento;
  • Giusto in merito al loro rendimento (interessi sui titoli detenuti o 'capital gain' che dir si voglia, sui quali si è chiamati a pagare ulteriori imposte italiane), siamo a rilevare che l’importo attuale di detti valori è lo stesso di 5 anni fa, quando non inferiore, senza aver mai nulla ritirato dai suddetti conti in tutto il periodo, evidentemente a causa della ritenuta fiscale europea (prima del 20% poi del 35%) e degli oneri bancari di gestione conti e titoli, nonostante i significativi tassi di interesse sugli ultimi titoli in valuta detenuti. Al punto che, se dette imposte italiane si calcolassero sui rendimenti netti (come sarebbe oggettivamente giusto), le stesse si ridurrebbero a zero o, per assurdo, sotto zero;
  • Per non parlare delle riscontrabili perdite sui cambi subite, non certo imputabili a codesto istituto o al fisco italiano, ma pur sempre perdite per i sottoscritti.
     Per concludere, non saranno certo tutte queste ‘belle’ argomentazioni (che suonano piuttosto come uno sfogo e lasceranno il tempo che trovano in chi altri avrà la forza di leggerle) a sollevarci dal 'regolarizzare’ la nostra posizione con il fisco-sanguisuga italiano (**) a seguito degli accordi in corso di perfezionamento tra i due Paesi.

... (omissis)
   
      Distinti saluti.
                                                                                                        (seguono firme)
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(*) Un farabutto (uno dei tanti appartenenti alla cosiddetta Casta) che, dopo tutto quello che ha combinato nella sua lunga vita di politico, incamera una pensione di oltre 31.000 Euro al mese!
Giuliano Amato, consulente straordinario per il finanziamento pubblico ai partiti...  (Post del maggio 2012, non proprio aggiornato in quanto successivamente premiato con la nomina a giudice della corte costituzionale dal compagno presidente della repubblica Napolitano, poltrona che occupa tuttora... Il già tirapiedi di Craxi nominato giudice della Corte Costituzionale...)
(**) Chiamato a mantenere un così grande numero di farabutti e parassiti!

No comment

Anzi, qualcosa vien da dire...
C'è voluta la 'trappola Svizzera' (già, perché tale si sta rivelando), fatta di una normativa fiscale retroattiva di 5 anni (giuliano amato semper docet), con l'incombente minaccia della 'delazione' (già, perché di questo nella sostanza si tratta), per 'stanare' una certa classe di evasori italiani... I 'pesci piccoli', secondo una certa opinione... I 'pesci grossi' chissà...
L'Italia non è mai stata realmente 'in grado' di scovare i veri delinquenti-evasori e di liberarsene, soprattutto quelli della peggior specie... Tant'è che resta sostanzialmente sempre tal quale da decenni, e quindi mai radicalmente risolto, il problema degli intoccabili delinquenti al potere e nelle istituzioni, tutti quelli che hanno portato le finanze del fu Bel Paese al totale e irreversibile dissesto e, non bastasse, lo stanno spingendo sulle orme della Grecia, verso la definitiva bancarotta... La vera ragione, quest'ultima, di certe scelte, ritenute difensive (ma oggi rivelatesi di tutt'altro segno), messe in atto da taluni, che mai si sarebbero sognati di attuare se vivessero in un Paese normale ove prevalesse l'onestà a tutti i livelli, specialmente a quei livelli che contano e che sono di esempio per tutti...
E non si venga a raccontare che, prima di guardare agli altri, compresi quelli che stanno in alto, si deve sempre guardare a se stessi... Una logica, questa, che, alle lunghe, in certe immutabili condizioni al contorno, può rivelarsi nient'altro che autolesionismo indotto, con gli effetti che si toccano in continuazione con mano... Basti vedere chi è sempre chiamato e costretto a pagare per il danno arrecato da altri che non pagano mai, così come il diffuso stato di prostrazione economica e psicologica in cui versano intere classi sociali oltre che i singoli cittadini, in barba alle sirene della ripresa...
Su questo fronte interno, tutto italiano, non c'è Svizzera che possa surrogare l'Italia!
Che cos'altro aggiungere per concludere questo sintetico commento?
Che la ritenuta europea menzionata nella lettera, a tutt'oggi, è cumulativamente versata, quasi per intero, dalle banche svizzere al fisco del Paese di residenza dei loro clienti, quindi al fisco italiano per i clienti residenti in Italia, per cui appare più che evidente come la normativa sulla 'voluntary disclosure' introduca una doppia e, in quanto tale, iniqua e illegittima imposizione fiscale sui rendimenti di titoli e capital gain eventuali, per 5 anni a ritroso...
Svizzera, Paese amico... Ma come non pensare al detto... Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io...

Curiosità, strada facendo...
Sarà proprio di Luigi Einaudi l'affermazione riportata in calce a diverse pagine web di uno studio legale-tributario 'svizzero'?
http://www.voluntary-disclosure-italiana.it/speciale-di-milanofinanza-su-caputo-e-partners.shtml
Non c'è motivo di dubitarne e, forse, non è nemmeno il caso di approfondire più di tanto...
Che ci troviamo, a dir poco, in presenza di «governi dissennati e spendaccioni che dilapidano capitali» non c'è dubbio alcuno...
Per il resto, considerato l'argomento, il contesto e l'andazzo, oggi suona come una (mezza se non piena) generalizzata presa per il c...!

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