Qualche stralcio dall'articolo del Corriere della Sera...
Il presidente della Confindustria tedesca Leibinger: «Il Paese rischia una deindustrializzazione irreversibile. La Cina ha copiato il nostro modello». Crescita zero e 3 milioni di disoccupati.
Non si tratta di una semplice congiuntura negativa ciclica, ma di una crisi strutturale profonda, sottolinea. Il timore è di una «deindustrializzazione irreversibile». Se un uomo noto per la moderazione e i toni pacati usa toni apocalittici, significa che la situazione è estremamente grave. I «campanelli d'allarme devono suonare», perché il modello economico tedesco è sotto attacco su più fronti: costi dell'energia, burocrazia, competizione globale, avverte il numero uno degli industriali.
Pechino ha usato gli ultimi 20 anni per assorbire la tecnologia e i processi produttivi tedeschi, spesso tramite joint venture forzate. Ora la Cina ha replicato quel modello ma su una scala immensamente più grande e con costi inferiori. Non hanno più bisogno dei macchinari tedeschi perché sono loro a produrli e a venderli sul mercato globale, diventando diretti concorrenti della Germania nei settori ad alto valore aggiunto (auto elettriche, macchinari industriali, chimica).
In un’intervista alla Süddeutsche Zeitung, emerge un quadro allarmante anche per l'Italia, di cui la Germania è il principale partner commerciale.
Una crisi epidemica, quindi, in grado di colpire anche l'industria italiana, per di più considerato che le cause scatenanti sono comuni...

Nessun commento:
Posta un commento