Tunisini = clandestini.
Libici = profughi.
(Per tutti gli altri non è ben chiaro, ma non importa, almeno in questo frangente...)
Su questo dogma, testé forgiato, si sviluppa la strategia del governo italiano.
Talune fasi, da mettere in pratica prioritariamente, sembrano chiare quanto basta:
1°) Separare i tunisini da tutti gli altri. Come non è dato di sapere. Forse per spontanea alzata di mano degli interessati o per interrogatorio coatto, visto che quasi nessuno delle migliaia di nordafricani sbarcati a Lampedusa dispone di un documento di riconoscimento;
2°) (Optional) Con un piccolo sforzo in più, individuare (Maroni saprà come) i fuoriusciti dalle carceri nordafricane incriminati di gravi reati comuni, da rispedire per primi...;
3°) Imbarcare con le buone (o con le cattive, se del caso) i tunisini sulle navi all'uopo predisposte;
4°) Nell'entusiasmo generale dei passeggeri-crocieristi, farle salpare alla volta della Tunisia;
5°) Al limite delle acque territoriali tunisine, la 'calda' accoglienza da parte delle unità della marina locale (quelle sagome grigie, con torrette e mitragliere sull'opera morta...);
6°) Poi (qualcuno ne è convinto) l'entrata e l'attracco finale nei porti tunisini con discesa a terra degli entusiasti passeggeri accolti dagli altrettanto entusiasti rimasti a casa... (Qualcun altro azzarda il contrario: inversione di rotta e rientro, coda tra le gambe...)
Qualche scoglio, secca e spiacevole sorpresa sulla rotta, qualcuno dirà. Ma cosa volete che sia per il nocchiero Maroni!
«Foera dei ball» dice il suo capo, zombie di quello che fu...
In parallelo o a seguire, le altre fasi, da comprendere meglio, per i rifugiati libici e le altre nazionalità...
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