Per non tenersi in testa qualche riflessione sul drammatico evento, oltre il lutto e il dispiacere…
Il ritrovamento
Sembra potersi spiegare perché il corpo non sia stato trovato prima, nel corso delle ricerche organizzate.
Statisticamente non dev’essere inusuale imbattersi in casi analoghi, di ricerche mirate infruttuose e successivi ritrovamenti casuali…
Capita di frequente, e si tocca con mano, anche nel ben più banale smarrimento di oggetti…
Istintivamente, nel procedere con le battute di una ricerca come quella di Yara, se non è rigorosamente organizzata e realmente condotta ‘a tappeto’ (un lavoro improbo su un raggio di 10 km, a cominciare dalla sua pianificazione), in prima istanza si tenderà a privilegiare le aree sul territorio caratterizzate da singolarità e discontinuità piuttosto che un campo aperto.
I luoghi aperti sarebbero stati più facilmente e velocemente controllati con l’utilizzo di mezzi aerei idonei, con o senza pilota (elicottero, ultraleggero, droni radiocomandati per il rilievo del territorio a bassa quota di volo), comunque dotati di idonea strumentazione di video ripresa ad alta risoluzione e registrazione/trasmissione dati a terra, per l'esame successivo piuttosto che in tempo reale.
Il campo aperto è stato scelto dall’assassino per abbandonare il corpo, favorito dal buio, non certo in pieno giorno.
Le sterpaglie e il vestiario scuro hanno poi fatto il resto, occultandone la vista, specie da punti di osservazione al suolo, anche nelle immediate vicinanze. L’aeromodellista conferma di averlo notato solo quando vi si trovò distante non più di 2 metri.
L’assassino
Un soggetto con gravi turbe mentali, non necessariamente evidenti e manifeste. Insicuro e/o di indole aggressiva, visto che si muoveva con un’arma da taglio/offesa a portata di mano.
Non è certo la regola, per quelli della Bergamasca, girare con un coltello o cacciavite in tasca o nel cruscotto della macchina…
Qualcuno che conosceva Yara o quanto meno l’aveva notata e/o si era fatto da lei notare nei giorni/settimane precedenti. Qualcuno che aveva frequentato la palestra e/o i suoi dintorni nei giorni precedenti, forse più come ‘osservatore’ che come sportivo, e che, dopo quella sera, ha cambiato abitudini riguardo alla frequentazione di quel posto, senza più farsi vedere, almeno per un periodo.
Qualcuno che non può essere passato inosservato.
Forse un giovane, ma non un giovanissimo: difficile associare una tale carica assassina ad un ragazzo sotto i vent’anni, a meno che non sia un mostro uscito da chissà quale ambiente…
Impossibile che il soggetto non manifesti sintomi collaterali né lasci tracce di quello che realmente è dentro: su un computer, nell’ambiente familiare, nel giro delle eventuali amicizie…
L’altra possibilità (forse meno probabile, ma quanto di meno?): almeno due complici decisi a usare violenza contro una ragazza, non necessariamente abitudinari del luogo che, con fare premeditato, caricano a forza Yara (ma avrebbe potuto essere anche qualche altra ragazza) a bordo di una macchina e si dileguano, finendo per assassinarla e abbandonarla in quel campo.
C’è solo da sperare che l’assassino o gli assassini siano presto scoperti.
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martedì 1 marzo 2011
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