lunedì 6 luglio 2015
Unione Monetaria Europea: il solco (incolmabile) tra le economie deboli e le economie forti...
Economie deboli ed economie forti, da intendersi in senso lato, tanto le une quanto le altre...
Economie deboli in senso stretto, poi ulteriormente indebolite e aggravate da indebitamento pubblico e deficit in crescita irreversibile, dalla cronica e diffusa corruzione, da decenni di persistenti malgoverni, dilapidatori di risorse pubbliche... In un contesto di assai scarso impegno (per non dire nullo) nel tentare di scrollarsi di dosso le croniche magagne...
Definite le une, le altre (le economie forti) sono l'esatto contrario... E non si vede ragione perché queste debbano modificarsi per avvicinarsi di più alle prime (ma ultime in graduatoria), specie per il livello di rigore nell'amministrare la cosa pubblica...
Il solco è profondo e incolmabile... O, per chi proprio non vuole vedere o sentir parlare di solco, vasi di terracotta in mezzo a vasi di ferro...
Chi aveva creduto che l'unione monetaria europea, strada facendo, potesse rimediare e fungere da riempitivo del solco rendendo possibile la convivenza e la graduale convergenza e integrazione tra due così diverse e lontane realtà, si è dovuto ricredere...
Per di più in presenza di una crisi economica che, men che mai, perdona errori e malefatte, anzi ne aggrava gli effetti...
Il dramma che vive la Grecia dimostra che non si tratta di una questione puramente teorica, da risolvere in certi salotti 'buoni' dell'alta finanza o raccontando balle per anni su un fronte e fingendo di credervi sull'altro, ma di oggettiva e cruda realtà...
Nodi che, presto o tardi, arrivano al pettine della vita e convivenza reale di un intero Paese...
Una domanda sorge spontanea: il (fu) Bel Paese dove si colloca?
A ciascuno l'onere della (banale) risposta...
Un aiuto piccolo piccolo oltreché superfluo: non è (nemmeno) una via di mezzo e primeggia... nel Club Med...
Uno dei tanti post scritti in passato sul tema...
Olli Rehn, il Finnico...
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