domenica 2 agosto 2009

Qualcosa che funziona c'è, in barba alla crisi...

Sottotilolo: Lo Stato biscazziere
----------
(English version not available at the moment)
----------

Lo Stato biscazziere, per esempio: un apparato che funziona egregiamente.
In Italia il gioco d’azzardo è illegale. L'art. 718 del Codice Penale punisce con l'arresto da tre mesi ad un anno e con l'ammenda non inferiore ad Euro 206,00 chiunque lo eserciti o lo agevoli.
Ma la legge (con la elle minuscola), non è uguale per tutti: infatti il gioco d’azzardo cessa di essere illegale se è lo Stato ad esercitarlo o soggetti autorizzati dallo stesso. Come dire: il reato è tale, ma se lo commette lo Stato o qualcuno autorizzato da quest’ultimo, si trasforma d’incanto in un’attività economica lecita svolta a fini di lucro (e che lucro, visto che tutto avviene in regime di monopolio).
Quando un gioco assume le caratteristiche di gioco d’azzardo? Qualche spiegazione si può trovare sulla libera enciclopedia Wikipedia, alla voce Gioco d'azzardo. Ma la principale caratteristica negativa è che non si tratta di gioco equo. Un gioco è equo quando tutti i giocatori hanno la stessa probabilità di vincere. Non è così per tutti i giochi (d’azzardo) che fanno capo allo Stato, giochi autorizzati e legalizzati a tutti gli effetti. Quindi succede che se un giocatore fortunosamente vince, ve ne sono milioni che perdono, a fronte di un banco sempre vincente, alla faccia del gioco equo.
Poi si scopre che grossi concessionari come Lottomatica e Sisal sono delle S.p.A., magari anche quotate borsa, in mano ai soliti noti (http://altrabrescia.ning.com/profiles/blogs/incentivi-al-gioco-dazzardo-di), tanto libere di muoversi sul (non propriamente libero) mercato al punto da permettersi pubblicità a tutto campo per i giochi d’azzardo che gestiscono, trovando formidabili casse di risonanza anche nei media (TV in prima fila).
Bello vero? Oggi, poi, avanti tutta con il Superenalotto supermilionario...
Anche lo Stato, i suoi zelanti concessionari, le TV e gli altri media facciano all'unìsono la loro parte nel mandare il Paese in malora. Già, perché sono proprio le classi meno abbienti, già fin troppo in difficoltà economica e indebitate, che più si dissanguano con questi “giochi”, fatti passare per il toccasana di ogni loro problema, in realtà subdolo e dannoso diversivo, a fronte di una crisi che si aggrava di giorno in giorno.
----------

Nessun commento: