Come è ormai risaputo, lo Stato e la Pubblica
Amministrazione in genere hanno un colossale debito verso le imprese appaltatrici
di lavori pubblici, di sevizi e approvvigionamenti.
I termini di pagamento reali sono lunghissimi (sarebbe più
giusto parlare di ritardi gravissimi e inammissibili, ben al di là dei già vergognosi termini contrattuali…) e sono tali da condurre
le imprese coinvolte sulla china dell’insolvenza nei confronti dei loro
fornitori e dipendenti e quindi al fallimento.
I soloni della politica e del Governo hanno avuto la bella pensata di offrire in pagamento, per quei debiti, l’equivalente valore in titoli di Stato (BOT, CCT, ecc.).
I rappresentanti degli imprenditori hanno drasticamente
rigettato l’offerta. E già, che cosa ne farebbero di pezzi di carta che perdono
valore ogni giorno e hanno un mercato che ormai è una palude con tanto di
sabbie mobili? Ci pagherebbero i loro fornitori e i loro dipendenti?
Una proposta-imbroglio, a pensarci bene, tale da offuscare
la fama di certi truffatori incalliti (come quegli africani, più volte fatti
vedere a Striscia la Notizia, che ti ‘trasformano’ pacchi di cartaccia in
banconote…).
I soloni della politica facciano pure man bassa di BOT e CCT per pagarsi i personali stratosferici stipendi d'oro e quelli dei loro amici boiardi, così come le pensioni d'oro dei loro predecessori... Anzi, visto che almeno loro si suppone credano in quello che fanno e quindi alle 'rosee prospettive' dell'economia e della finanza pubblica che vanno enunciando, dovrebbe essere un loro obbligo morale farsi pagare in BOT e CCT, anche per dare il buon esempio, oltre che obbligo da legalizzare, magari per legge o decreto... Ma sarà difficile che lo facciano. Alzi la mano chi li considera in buona fede!
Ormai i titoli pubblici non attraggono più nessuno, salvo le
banche che ne sono già sature e si vedono costrette a sottoscriverne ancora, in
forza dei prestiti della BCE all’1%. E’ vero che ottengono un lauto profitto
lucrando sul differenziale tra il rendimento dei titoli stessi e l’1% pagato
alla BCE, ma potrebbero trovarsi, un giorno non lontano, il portafoglio pieno
di cartastraccia…
Si sente poi dire:
Ø
le banche non prestano più soldi alle imprese e tagliano i fidi;
Ø
di conseguenza le imprese vanno in crisi
finanziaria e falliscono…
La spiegazione e duplice:
1)
la liquidità delle banche è messa malissimo in
quanto prosciugata dall’acquisto dei titoli pubblici di cui sopra;
2)
una buona parte dei prestiti che le banche
potrebbero erogare alle imprese, in questo stadio di crisi che si aggrava e si
avvita di giorno in giorno, sarebbero soldi letteralmente buttati. Stessa o
peggior sorte rispetto a molti crediti che le banche già oggi valutano irrecuperabili… http://www.eugeniobenetazzo.com/gelosia-imprenditoriale.htm
Questo, in estrema sintesi, è il quadro debitorio e
creditorio nel Bel Paese…
L’evoluzione non è per niente difficile da prevedere…
Nessun commento:
Posta un commento