http://www.corriere.it/cronache/11_novembre_04/prof-rosso-idraulica-politecnico_6162b802-0706-11e1-b2db-bf661a45e1f2.shtml
L'illustre professor ingegner Renzo Rosso non dice chiaramente che, già negli anni '90, era stato progettato e parzialmente costruito un canale scolmatore
ad hoc per il Rio Fereggiano. Un condotto sotterraneo lungo più di 3 km con sbocco diretto a mare, sotto Corso Italia, all'altezza di Via Zara, realizzato con impiego di una tunnel-fresa di grosso diametro (impresa esecutrice ILBAU AG, Austria). L'opera, ideata per alleggerire la portata di piena del rivo deviandone il flusso in eccesso, non fu mai completata. In compenso costò più di 40 miliardi di soldi pubblici, praticamente buttati (dei quali una parte consistente in penali, una parte non meglio quantificabile fraudolentemente finita nelle tasche di qualcuno). Nessuno è mai stato chiamato a rispondere e a pagare per quel malaffare. Ora quel 'nessuno' ha sulla coscienza anche i morti nell'alluvione di oggi
(*).
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Il principale 'lavoro' dei nostri politici locali e degli 'amici' di cui si circondano è quello di fare vaniloqui e faraonici progetti futuribili nei salotti delle TV, in continuazione, fino alla nausea. Per poi, al verificarsi dell'evento nefasto, dichiarare che lo stesso "non era prevedibile" o che "è stato fatto tutto il possibile"...
Mandarli a spalare fango, qualcuno impreca... Ma, ahinoi, nemmeno di quello sarebbero capaci...
Immagine di Via Fereggiano, con l'omonimo rivo a sinistra, nella tratta dell'esondazione o forse poco più a monte
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Per vedere poi meglio quale concentrazione di edifici interessi il bacino idrico che insiste su questo 'piccolo' corso d'acqua, si può seguire
Via Fereggiano, a salire e a scendere, con
Google Maps (da cui l'immagine è stata scaricata), magari integrando con qualche vista dall'alto da
Google Earth...
E' una rete di vie che si diramano dalla stessa Via Fereggiano, a valle e a monte del punto ripreso nell'immagine, da Largo Merlo, Via Pinetti, Via Susanna Fontanarossa più a monte. Un continuo e impressionante addensato di edifici.
Tratti di rivo a cielo aperto (come quello nell'immagine, dove il rivo quasi non si vede per la sua ristretta sezione e per l'incontrastato proliferare della vegetazione) si alternano a tratti artificialmente coperti (come in Largo Merlo e inizio di Via Pinetti, ove i lavori di copertura proseguono verso monte per fare posto a nuovi parcheggi)...
Le acque meteoriche, dal momento del contatto con il suolo, raggiungono l'alveo quasi all'istante, in un unico flusso concentrato, per evidenti ragioni... Già perché il suolo è fatto di cemento, asfalto e terreno incolto qua e là e più in alto... Totalmente o quasi del tutto impermeabile all'acqua... Nessuna funzione moderatrice del flusso, quindi...
A queste estreme condizioni a monte si è sovrapposto l'impedimento a valle, ove l'immissione del flusso del Fereggiano nel torrente Bisagno era ostacolata dalla piena di quest'ultimo e da una confluenza quasi ad angolo retto che accentua il contrasto tra i due flussi e perturba non poco il flusso principale con le immaginabili conseguenze...
Un Fereggiano che, tombinato in quest'ultima lunga tratta e 'tappato' allo sbocco, è andato in pressione...
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Qualcuno si stupisce ancora del perché il rivo abbia esondato?
05 novembre 2011
Il presidente Napolitano dice: "C'è bisogno di approfondire gli aspetti di questa tragedia..."
http://www.corriere.it/cronache/11_novembre_05/maltempo-napolitano-polemiche_5992802a-0793-11e1-8b90-2b9023f4624f.shtml
Qualcuno glieli spieghi, ma non i suoi amici e compagni amministratori locali...
Strano, però, non abbia ancora capito gli aspetti di queste tragedie che si vanno continuamente consumando, più o meno tal quali, in tutto il Paese...
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(*) Un articolo sul tema dello scolmatore che non c'è, dal titolo
'Fereggiano, una vergogna lunga quarant'anni', è apparso su
Il Secolo XIX del 5 novembre, ma non sulla versione online. Hanno rimediato i
Grifoni in Rete che lo hanno
riportato sul loro sito:
http://www.grifoni.org/node/40319.
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Riguardo poi alle responsabilità per le 6 vittime (3 donne, una ragazza e due bambine), le stesse si configurano di due ordini:
1) omesse opere di prevenzione dell'evento sul territorio;
2) carente gestione e organizzazione della sicurezza dei cittadini in concomitanza con l'evento.
Se, riguardo al punto 1, molto si può dire e valutare (in parte qualcosa si è scritto anche in questo
post), riguardo al punto 2 valgono almeno (ma non solo) due banali considerazioni che stanno emergendo nei giudizi diffusi (salvo quelli delle autorità preposte):
a) le scuole dovevano essere tenute chiuse con avviso diramato il giorno prima;
b) gli studenti non dovevano essere fatti uscire dagli edifici scolastici nel pieno dell'alluvione.
L'errore di far uscire i ragazzi a quell'ora (erano le 12
÷ 13.
30 del 4 novembre) è di una gravità estrema e denota una totale inefficienza della struttura preposta al monitoraggio e alla gestione dell'emergenza, ivi compresa la rapida e capillare comunicazione delle disposizioni secondo canali e protocolli preventivamente noti e predisposti.
Questo è quanto sostanzialmente afferma anche il padre di Serena Costa, ragazza di 19 anni morta travolta dall'acqua mentre, a piedi, cercava di rientrare a casa con il fratellino (che si è salvato aggrappandosi ad una ringhiera): dalla scuola avevano avvertito casa di andarlo a prendere...
http://www.primocanale.it/news.php?id=97848
A proposito di
Primocanale: se le autorità preposte alla gestione dell'emergenza, si presume nella totale confusione e in carenza d'altro più rigoroso, capillare e rapido supporto informativo, avessero anche solo avuto il buon senso di seguire i servizi sul campo trasmessi, in continuo e in tempo reale, da quella emittente, in particolare sullo stato e il livello del Bisagno, avrebbero avuto sotto gli occhi la situazione, quanto basta per poterne stimare la sua evoluzione nei minuti e ore a venire, fino al culmine delle esondazioni, per le conseguenti, rapide decisioni da assumere e comunicazioni da inoltrare. Ma manco quello hanno saputo fare...
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'L'Italia del Fango' scrive Beppe Grillo...
http://www.beppegrillo.it/2011/11/litalia_del_fango/index.html
Come dargli torto?
Aggiornamento del 5 maggio 2013
Alluvione a Genova, presidio di Legambiente in via Fereggiano: “Da allora nulla è stato fatto”
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